Serie tv | Jekyll and Hyde

Una serie in 10 parti. Con Tom Rhys Harries, Stephanie Hyam, Oliver Gilbert. Azione, avventura, drama. 2015

Jekyll and Hyde, serie

Confesso di essere da sempre un fan del romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson. Quello che più mi ha affascinato e mi affascina del libro è il tema del doppio, l’idea che all’interno di un stesso individuo possano coesistere diverse personalità, anche antitetiche tra loro, in eterna lotta per avere la meglio una sull’altra.

Probabilmente sapete tutti come si conclude il libro di Stevenson: il buon Jekyll esce sconfitto, e il suo alter ego cattivo, Hyde, è libero di scorrazzare in giro per Londra e di compiere ogni tipo di nefandezza.

La nuova trasposizione televisiva della storia, parte da un’idea intrigante e anche abbastanza originale: cosa sarebbe successo se il personaggio bifronte del libro avesse avuto un figlio? E magari anche un nipote?

Il giovane Robert Jekyll, (nipote del dottore originale) adottato da una famiglia di Ceylon e vissuto ignorando il suo passato, scopre un giorno di essere il beneficiario di un’eredità londinese. Fin dall’infanzia il ragazzo è stato costretto a prendere delle pillole per mantenere sotto controllo la sua rabbia.

Ma i farmaci non gli impediranno, una volta arrivato a Londra, di soccombere all’entità che vive dentro di lui. Un’entità che è la sua nemesi: tanto lui è buono, generoso e tranquillo quanto l’altro è forte, sprezzante, spaccone e desideroso di fare risse.

Robert è un predestinato nell’Inghilterra degli anni ’30: su di lui hanno infatti messo gli occhi misteriosi gruppi di persone.

I puristi del romanzo potranno forse storcere il naso, ma questa nuova versione a metà strada tra il fantasy e il noir riesce a catturare l’interesse dello spettatore, grazie a un intreccio narrativo fluido e avvincente.

La regia è creativa, capace di costruire con maestria una struttura narrativa incisiva, dotata di buon pathos e ritmo. Apprezzabili anche i costumi e le scenografie.

Sicuramente da tenere d’occhio l’attore protagonista, Tom Bateman. Non è facile portare in scena due personaggi così diversi, meglio dire antitetici, come Jekill e Hyde. Bateman è più convincente e a suo agio come buono che come cattivo, ma fa intravedere comunque delle buone potenzialità. Ricorda in qualche modo il primo Corvo con Brandon Lee.

Se il buon giorno si vede dal mattino, questa potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta per gli amanti delle serie in costume, dei noir e delle produzioni d’ispirazione letteraria.

 

Il giudizio per Versailles: 1)Bocciato; 2)Rimandato a settembre; 3)Promosso con riserva; 4)Promosso; 5)Promosso con lode.


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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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