“Shining”: il capolavoro di Kubrick torna al cinema per tre giorni

Un evento speciale per ammirare l'horror d'autore, che parla di follia, deviazioni della mente, doppi

di Alberto Leali

 

Un film di Stanley Kubrick. Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Barry Nelson, Philip Stone. Horror, 119’. USA, 1980

In sala dal 31 ottobre al 2 novembre 2017

Jack Torrance (Nicholson) è uno scrittore in crisi in cerca dell’ispirazione perduta. Per trovarla e sbarcare il lunario accetta la proposta di rintanarsi con la famiglia per l’inverno all’interno di un gigantesco e lussuoso albergo, l’Overlook Hotel, solitario in mezzo alle Montagne Rocciose. L’albergo chiude per la stagione invernale e il compito di Jack sarà quello di custodirlo in attesa della riapertura. Nel frattempo, pensa Jack, lui potrà anche lavorare al suo nuovo romanzo. Con lui, la devota mogliettina Wendy e il figlioletto Danny, per nulla entusiasta della prospettiva.

 

Da molti critici considerato il miglior film horror della storia del cinema, accolto all’epoca della sua uscita in modo tutt’altro che trionfale, “Shining” rappresenta una tappa importante nel percorso cinematografico di Stanley Kubrick, che per la prima volta esplora il genere, arricchendolo di elementi da thriller psicologico.

In occasione di Halloween, a 40 anni dalla pubblicazione del libro omonimo di Stephen King e a 37 anni dalla prima uscita, il film torna sul grande schermo, nella sua versione italiana da 119 minuti, in un evento speciale di soli 3 giorni, dal 31 ottobre al 2 novembre.

Anticiperà la proiezione il cortometraggio “Work and Play: un corto su The Shining” (2017), diretto da Matt Wells per Park Circus, un documentario con interviste ai collaboratori di Kubrick e ad alcuni protagonisti del film, e materiale inedito dagli archivi personali del regista. Lisa e Louise Burns (le Gemelle Grady), Garrett Brown (l’inventore e l’operatore steady cam), Diane Johnson (autrice e co-sceneggiatrice), Katharina Kubrick (figlia del regista) e JanHarlan (co-produttore e cognato di Kubrick) raccontano la loro esperienza col film e con il suo straordinario autore.

Rivedere “Shining” al cinema è un’esperienza ancora oggi inquietante e potentissima. Il talento di Kubrick ha reso infatti il film un intramontabile capolavoro da ammirare in ogni singola sequenza, capace di mandare in visibilio qualsiasi amante della settima arte.

Basti notare l’uso impressionante, e per l’epoca rivoluzionario, della steady cam, che insegue Danny fra i corridoi dell’Overlook Hotel, l’ammirevole e inquietante lavoro di montaggio, l’interpretazione di Jack Nicholson, capace di imprimersi indelebilmente nell’immaginario collettivo, la luce artificiale che alimenta la claustrofobia…

“Shining” è una riflessione inquietante sul delirio di onnipotenza dello scrittore, che aspira a superare i confini dell’umano; ma anche un viaggio spaventoso nei meandri più oscuri della mente umana, nella follia e nella paranoia. E ancora, un film sul doppio (qui tutto è geometrico, speculare), sulle influenze dell’ambiente circostante sulla psicologia individuale e sulla distruzione dei valori più comuni di famiglia.

Tante le sequenze celeberrime: l’ascensore che gronde sangue, la terribile camera 237, le apparizioni delle gemelline Grady (di ispirazione arbusiana), Dick che spiega a Danny cos’è la luccicanza, la corsa nel labirinto, Nicholson che sfonda la porta con l’ascia in mano gridando: “Sono a casa”.

Grazie ancora una volta a Nexo Digital per dare l’opportunità di godere sul grande schermo di uno dei tanti capolavori di uno dei più straordinari registi di sempre: specie a chi, per questioni anagrafiche, non ha potuto ammirarlo al cinema all’epoca dell’uscita.

 

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