“Smallfoot – Il mio amico delle nevi”: un film per ridere e riflettere

Colonna sonora orecchiabile e vincente, sceneggiatura semplice, una morale per grandi e piccini

Un film di Karey Kirkpatrick, Jason Reisig. Con Zendaya, Channing Tatum, Gina Rodriguez, LeBron James, Ryder James, Danny DeVito. Animazione, 96′. USA 2018

Gli yeti vivono felici e operosi sulla cima di una montagna, che poggia su una coltre di nubi sostenuta da quattro mammuth e oltre la quale non vi è che il grande nulla. O almeno questo è quello che dicono le pietre che compongono la veste del Guardiapietre, sacerdote della loro civiltà. Poi ci sono “gli strani”, un gruppetto di giovani che avrebbe qualcosa da dire al riguardo. Ma Migo non fa parte di loro: Migo non si sognerebbe mai di mettere in discussione la verità di una pietra. Almeno fino al giorno in cui non vede con i suoi occhi uno “Smallfoot” e la sua mente si riempie di pressanti e inaspettate domande.

 

Co-diretto da Karey Kirkpatrick e Jason Reisig, “Smallfoot – Il mio amico delle nevi” rivisita in maniera sorprendente la celebre leggenda popolare dell’uomo delle nevi, cambiando la prospettiva e spingendo a riflettere su come, appunto, talvolta tutto dipende dal punto di vista a cui guardiamo le cose.

Sulle pendici dell’Himalaya una comunità di yeti vive seguendo regole incise nella pietra, da rispettare alla lettera se non si vuole essere banditi. Fino a quando Migo, fedele seguace degli insegnamenti, mette tutto in discussione e inizia un viaggio alla ricerca della verità sul mondo, e sull’uomo.

Il film d’animazione, utilizzando un’estetica piacevole e un linguaggio comprensibile dal pubblico di tutte le età, esorta i più giovani a pensare con la propria testa, e a non aver paura di andare contro l’ordine prestabilito, quando l’occasione lo richiede.

Il tema è audace, ma trattato in modo adeguato al prodotto, e al target. La colonna sonora, che ricorda quelle di tutti i film di successo del passato, fa da perfetto accompagnamento alla storia, conducendoci per mano in un meraviglioso viaggio, alla scoperta di un nuovo approccio all’amore. Perché a guidarci deve essere la curiosità, non la paura dell’ignoto.

Il messaggio di “Smallfoot”, per quanto tratteggiato in modo delicato, sfumato quasi, è chiaro: non si devono mai giudicare le persone dall’aspetto o dalle voci che si sono sentite sul loro conto. Perché l’apparenza inganna, e le chiacchiere pure. E visti i tempi che corrono ricordarlo al pubblico, giovane ma soprattutto adulto, male non fa.

 

Previous article“Venom”: tanta azione e poco horror nel film Marvel con Tom Hardy
Next article“Io odio internet”: il romanzo controcorrente che non ti aspetti
Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here