“Solos”: una serie antologica sci-fi prevedibile ma con alcune buone idee

Un cast di prima grandezza, dove brillano Helen Mirren, Anne Hathaway e Dan Stevens

Una miniserie creata da David Weil. Con Uzo Aduba, Nicole Beharie, Morgan Freeman, Anne Hathaway, Anthony Mackie, Helen Mirren, Dan Stevens, Constance Wu.
Drammatico, fantastico. USA 2021

Una giovane fisica è ossessionata dal viaggio nel tempo, perché la madre è affetta da una malattia incurabile nel presente. Un uomo incontra la propria copia. Una anziana partecipa a un viaggio spaziale sperimentale e ritrova se stessa. Una donna si rifiuta di lasciare casa perché non crede che il pericolo esterno sia cessato. Un’altra donna, apparentemente molto inebriata, racconta cosa le è successo. Una madre partorisce un figlio straordinario ma pure inquietante. Un uomo cerca di estrarre memorie da un anziano, che ne ha accumulate così tante da perdere la propria identità.

 

Cosa significa essere umani in un mondo sempre più avanzato sul versante tecnologico e alienante su quello emotivo? È la domande a cui cerca di rispondere “Solos”, la serie antologica di fantascienza creata da David Weil e disponibile su Prime Video.

Ognuno dei sette episodi che la compongono, veri e propri cortometraggi della durata di 20-30 minuti, si concentra su un personaggio e su un evento particolare della sua vita. E ruota intorno a tre tematiche: isolamento, senso di perdita e, appunto, tecnologia.

Ogni capitolo di apre con una domanda posta da Morgan Freeman in voice over: Se viaggi nel futuro puoi sfuggire al tuo passato? Immagina di incontrare te stesso: chi vedrai? Quanto lontano puoi viaggiare per ritrovare te stesso?

C’è poi un solo attore (in sei casi su sette) che porta avanti una sorta di monologo – o di dialogo tra personaggi, sempre interpretati da lui/lei stesso. E un unico ambiente

Questa struttura rende “Solos”, progetto perfetto per il periodo della pandemia, un prodotto molto particolare, lento in termini di ritmo e complicato da seguire. Una serie che non si può guardare con un occhio solo mentre si sta facendo altro, ecco. 

I diversi capitoli sembrano inizialmente scollegati, ma via via si notano dei legami tra le varie storie. Non è che alla fine emerga un vero e proprio fil rouge, ma questa struttura di rimandi e citazioni appare intrigante, nonostante tutto. 

Personaggio tra i personaggi è la tecnologia, intesa in senso metaforico come un organismo vivente. Gli umani l’hanno creata come panacea per tutti i loro mali, anche quelli intangibili come la perdita, la solitudine, il rimorso, il senso di colpa. Ma questa, proprio come gli uomini e in quanto loro creatura, non è immune all’inevitabile e all’imprevedibile.

Nonostante il cast stellare, uno dei più grandi mai riunito per la televisione, tra cui figurano i vincitori dell’Oscar Morgan Freeman, Helen Mirren e Anne Hathaway, “Solos” fallisce nell’intento di farci sentire meno soli. E risulta soltanto noiosa e dispersiva.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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