“Space Jam – New legends”: un film colorato e ricco di effetti speciali

LeBron James affianca i Looney Tunes per una sfida di basket contro un'Intelligenza Artificiale

Un film di Malcolm D. Lee. Con LeBron James, Don Cheadle, Khris Davis, Sonequa Martin-Green, Cedric Joe. Animazione, 115′. USA 2021

Quando LeBron e il figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, la star NBA dovrà fare di tutto per tornare a casa sani e salvi. Si metterà alla guida di Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes nella sfida contro i campioni digitalizzati dell’AI: una super-potente squadra di basket piena di professionisti all stars. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi.

 

È il caso di toglierci subito il dente e affrontare il punto cruciale: lo “Space Jam” del 1996 diretto da Joe Pytka, con protagonista Michael Jordan, era, è e resterà un unicum cinematografico. Al netto dei suoi limiti drammaturgici e delle criticità registiche, attenzione. 

Rilanciare lo stesso progetto, 25 anni dopo, puntando su un’altra leggenda del basket americano e disponendo di un importante budget si è rivelato un ingenuo quanto grave errore creativo.

Lo script di “Space Jam – New legends” è stato rimodulato e adatto all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni culturali della nostra società, almeno in teoria. Di fatto, però, la storia è rimasta più o meno la stessa, dando la sensazione di un remake – o se preferite di un reboot condito da costosi effetti speciali – piuttosto che di un film indipendente.

Questa volta il cattivone di turno non è un alieno ma un perfido algoritmo, un’Intelligenza Artificiale (AI) impersonificata da un deludente Don Cheadle, che brama di uscire dall’ombra diventando “il Re” al post di LeBron James.

Il tentativo di unire momenti di puro intrattenimento ad altri più toccanti e impegnativi, come la ricomposizione di un difficile rapporto padre-figlio, non convince, generando un mix narrativo e stilistico fastidioso e momenti di stallo e noia durante la visione. 

E poi c’è il fatto, non indifferente, che LeBron James non è Michael Jordan. Entrambi sono stati dei campioni sul campo da basket, ma le personalità e lo stile di vita non potrebbero essere più diversi. Jordan è un mito, uno dei primi sportivi a costruire sul suo nome un brand da milioni di dollari. James appare volenteroso e autoironico ma tutto sommato bloccato dal personaggio. 

“Space Jam – New legends” è visivamente bello, colorato, ricco di effetti speciali e citazioni, ma privo di quel quid necessario a diventare se non memorabile quanto meno accettabile. Alla fine sembra di aver davanti il tentativo, pasticciato, di inserire una star NBA in un video-game e uno spot autocelebrativo della Warner Bros. Bello da vedere, certo, ma non emozionante. 

 

Il biglietto da acquistare per “Space Jam – New legends” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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