“Spieder-Man Homecoming”: un supereroe giovane e divertente, un film riuscito

Il binomio Uomo Ragno-cinema continua. Questa versione riprende da vicino il personaggio dei fumetti, imbranato e secchione

Un film di Jon Watts. Con Tom Holland, Marisa Tomei, Zendaya Coleman, Robert Downey Jr., Michael Keaton. Fantastico, 133′. USA 2017

Peter Parker non riesce a scrollarsi di dosso quanto sia stata incredibile la sua esperienza con gli Avengers in Captain America: Civil War, l’aver conosciuto Tony Stark e avere mantenuto con lui un rapporto speciale, tanto da avere un contatto diretto attraverso il suo assistente Happy Hogan e da aver ricevuto in dono un super-costume. Peter è così innamorato dell’idea di diventare un Avenger da lasciar scivolare in secondo piano anche la ragazza che gli fa battere il cuore, la bella Liz, per andare dietro ai criminali e mostrarsi pronto per la posizione in squadra. Le cose però non vanno come previsto, perché il suo avversario, l’Avvoltoio, una squadra ce l’ha e opera in modo organizzato e all’occorrenza spietato, motivato dalla rabbia per un grande e onesto affare che proprio gli Avengers gli hanno “sottratto”.

 

Dopo la trilogia diretta da Sam Raimi, il reboot con protagonista Andrew Garfield e tre Spider-Man diversi in sei pellicole, senza contare l’apparizione in “Captain America: Civil War”, l’uomo ragno è di nuovo tra noi.

Il Peter Parker interpretato da Tom Holland ha quindici anni, si divide tra scuola, amici, bulli, primi amori e le responsabilità da “eroe di quartiere”, con quei poteri che ancora non conosce del tutto.

Vivere una doppia vita non è facile per un teenager con super problemi, soprattutto quando l’unica ambizione è quella di venire richiamato dal suo mentore Tony Stark – alias Iron Man – per far parte della squadra degli Avengers.

Peter Parker si sente pronto al grande salto da supereroe. Ma lo è davvero?

“Spider-Man: Homecoming”, diversamente dai precedenti film, non mostra gli inizi del personaggio, con morsi di ragno e Mary Jane a fargli perdere la testa – anche se la scena del bacio a testa in giù, rimasta nel cuore di molti, viene simpaticamente omaggiata.

Il Peter interpretato magistralmente da Tom Holland è più vicino al ragazzino imbranato, timido e secchione dei fumetti che all’uomo maturo e sicuro di sé dello SpiderMan di Tobey Maguire.

L’opera si muove volutamene su scala ridotta, tra le strade del Queens e una gita scolastica a Washington. Questa dimensione meno spettacolare e dispersiva è il vero punto di forza della pellicola di Jon Watts, che racconta persone normali che, anche in possesso di poteri straordinari, continuano a conservare gelosamente la vita di tutti i giorni.

Un teen movie in piena regola, divertente e avvincente, che intrattiene con battute ben scritte e concetti semplici. Un film rivolto a un pubblico giovane ma che anche agli appassionati del mondo Marvel sapranno apprezzare.

La regia di Watts è esperta, capace di regalare un ritmo serrato e alcune scelte azzeccate.

Menzione speciale per l’Avvoltoio di Michael Keaton, la cui performance è semplicemente mozzafiato. Finalmente un villain con una storia da raccontare, lontano dai soliti stereotipi. Un lavoratore dai modi rozzi ma che cerca di darsi un tono, un imprenditore edile prima e un trafficante d’armi poi, il cui unico obiettivo è garantire un tenore di vita elevato all’amata famiglia.

 

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