“Stalk”: la vendetta corre online nella serie francese disponibile su RaiPlay

Una sceneggiatura lineare e un cast di giovani talenti per dieci episodi convincenti

Una serie diretta da Simon Bouisson. Con Théo Fernandez, Carmen Kassovitz, Pablo Cobo, Rio Vega,
Azize Diabaté, Yasin Houicha, Manon Valentin, Clément Sibony.
Drammatico. Francia. 2019-in produzione

Lucas, in arte Lux, è un brillante studente al primo anno della più prestigiosa scuola di informatica francese. Umiliato dai suoi compagni di studi, decide di vendicarsi escogitando un sofisticato piano di stalking. Pagandone, però, tutte le conseguenze.

 

Quanto è importante, per noi, la privacy? La risposta spontanea sarà quasi sicuramente: molto! Eppure ogni giorno postiamo, quasi senza pensarci, foto sui social network, lasciamo tracce, sveliamo i nostri punti deboli e segreti.

E che dire di tutto quello che “custodiamo” nella memoria dei nostri smartphone – non solo numeri di telefono, ma chat, password, pin di carte di credito – considerandoli sicuri e inattaccabili. Ma se così non fosse?

La serie francese “Stalk”, disponibile in streaming su RaiPlay dopo essere stata presentata alla Festa del cinema di Roma, combina il tema della privacy digitale e delle conseguenze di un possibile hackeraggio con quello del bullismo, sempre attualissimo.

Nei dieci episodi che compongono la prima stagione conosciamo Lucas, alias Lux, un genio dell’informatica preso di mira e umiliato dai compagni di studi della facoltà di ingegneria. Stanco di subire, il ragazzo decide di vendicarsi utilizzando le due capacità per spiare e perseguitare i suoi aguzzini.

“Stalk” è una serie che cerca di parlare ai giovani con il loro linguaggio, sensibilizzandoli su tematiche come il bullismo e l’uso spesso eccessivo e “sbagliato” che facciamo dei social e di internet.

Seguire su Instagram o Facebook la persona che ci piace, cercarla su Google per scoprire se qualcuno ne parla, ci sembrano pratiche naturali, innocue. Ma a ben vedere sono i segnali che in ognuno di noi alberga potenzialmente il germe dello stalker, e che l’era digitale ha reso “spiare” gli altri molto, molto più semplice.

Riprendendo elementi delle serie Netflix di successo “You” ed “Elite”, e mescolandoli con altri che ricordano “Mr Robot”, “Stalk” punta parecchio sulle doti recitative e fisiche del suo giovane cast. Théo Fernandez e Carmen Kassovitz, per esempio, appaiono naturali e convincenti nei ruoli di Lux e Alma, finendo per rappresentare uno dei cardini della storia.

Nonostante la sceneggiatura sia piuttosto semplice e a tratti prevedibile, “Stalk” riesce a ritagliarsi il suo spazio, a trovare la sua identità, e lo spettatore non può fare a meno di farsi coinvolgere, guardando un episodio dopo l’altro. Una visione complessivamente consigliata.

 

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