“Stanza 2806”: la caduta di Strauss-Kahn in una docu-serie in 4 episodi

Su Netflix la ricostruzione di una vicenda che ha cambiato la storia recente della Francia

Una miniserie in 4 episodi. Documentario, poliziesco. Francia 2020

 

Nel 2011 Dominique Strauss-Kahn era il direttore del Fondo Monetario Internazionale, con alle spalle una carriera contraddistinta da successi e promozioni, e favorito dai sondaggi per le elezioni presidenziali francesi dell’anno successivo.

Se nonché, il 14 maggio, Strauss-Kahn viene fermato all’aeroporto JFK di New York con l’accusa di aver violentato una cameriera nella stanza 2806 dell’albergo dove abitualmente soggiornava.

In poche ore la sua carriera politica è distrutta, i media di mezzo mondo aprono con la notizia del suo arresto e la Francia segue sotto shock le immagini di uno dei sui cittadini più illustri in manette, scortato in carcere dai poliziotti.

Cosa è realmente accaduto in quella stanza? Strauss-Kahn è davvero colpevole oppure, come verrà sostenuto nelle settimane successive, il suo arresto è frutto di un’operazione volta ad eliminarlo dalla scena politica francese? È un violentatore seriale o la vittima di un complotto internazionale?

“Stanza 2806”, nei suoi 4 episodi, ricostruisce una vicenda che ha cambiato la storia politica della Francia, e ha messo a rischio la credibilità dello stesso FMI.

Lo spettatore rimane colpito dalle rivelazioni sulla condotta amorale e dissoluta dell’ex direttore, che fino al momento del suo arresto era rimasta segreta o comunque poco nota al grande pubblico. La figura di Strauss-Kahn assume contorni sempre più oscuri e desolanti quando altre donne, in Francia, decidono di farsi avanti e rivelare storie di molestie e aggressioni sessuali.

Il quadro che ne emerge è quello di un uomo che, ritenendosi al di sopra di ogni sospetto, nel corso degli anni ha assecondato i propri appetiti sessuali senza alcun freno, coperto anche dalle istituzioni. Un molestatore seriale agli occhi della giustizia, ma un seduttore carismatico e un amante della bella vita e delle donne per gli amici e i fan.

“Stanza 2809” colpisce per due aspetti. Il primo è la figura silenziosa, formale quanto decisa dell’accusato. Non vediamo mai un turbamento, un’esitazione, sul volto di Strauss-Kahn. Durante l’arresto, la custodia e infine il processo, l’uomo è una sfinge. Solo durante un’intervista esclusiva si dimostra contrito, ma solo per aver fatto soffrire la terza moglie e i figli.

Il secondo è il ruolo dei media nella vicenda, la loro capacità di cavalcare l’onda emotiva dell’opinione pubblica per poi cambiare posizione con grande facilità, a seconda degli eventi e dell’opportunità politica.

“Stanza 2806” racconta in modo crudo e impietoso i vizi e i segreti di un politico caduto sulla classica “buccia di banna”, ma che una volta spente le luci dei riflettori è potuto tornare alla propria vita, o quasi, lasciando il peso e il disagio di questo terremoto mediatico sulle fragili spalle delle vittime.

Lo spettatore, al netto delle responsabilità giudiziarie e dei giudizi morali, non può non chiedersi come sia possibile che ai vertici delle più importanti istituzioni internazionali possano esserci uomini con una così bassa considerazione delle donne, e una così grande considerazione di sé.

Domande a cui non risponde Dominique Strauss-Kahn, che si è sempre rifiutato di farsi intervistare, rimanendo fedele al motto “il silenzio è d’oro”, specialmente in campo criminoso.

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