“Stay still”: quando l’immobilismo è la vera protesta contro la società

Il film di Elisa Mishto, con Natalia Belitski e Luisa-Céline Gaffron, è un racconto esistenziale, sofferto

Un film di Elisa Mishto. Con Katharina Schüttler, Kim Riedle, Martin Wuttke, Natalia Belitski, Jürgen Vogel, Giuseppe Battiston. Drammatico, 91′. Italia, Germania 2019

Julie è un’ereditiera testarda e sarcastica che celebra l’ozio e di tanto in tanto si reca volontariamente in una clinica psichiatrica per sfuggire al lavoro e alle responsabilità. Agnes, d’altra parte, è una giovane e ingenua infermiera, madre di una bimba di tre anni con un problema fondamentale: nonostante le ansie di soddisfare tutte le aspettative, ancora non ha capito cosa voglia dire essere madre. Quando le due donne si incontrano in clinica, nonostante le evidenti differenze, iniziano una ribellione che metterà a ferro e fuoco tutto e tutti quelli che gli stanno intorno.

 

La società ci impone fin da bambini regole, principi, comportamenti che dovrebbero rappresentare le basi per una vita sana, corretta e soprattutto produttiva. Tra questi c’è sicuramente il fatto di considerare l’ozio sbagliato, il nullafacente una figura da stigmatizzare.

“Stay still” di Elisa Mishto, presentato nella sezione Panorama Italia ad Alice nella città, parla proprio di questo: degli obblighi sociali e delle limitazioni che molto spesso ci vengono imposte nell’essere davvero noi stessi.

Si tratta di un racconto esistenziale, drammatico, sofferto quanto provocatorio, di una storia al contempo universale e generazionale. Da una parte il film è la versione moderna, in chiave tedesca, di “Ragazze interrotte” con protagoniste Winona Ryder e Angelina Jolie, dall’altra una rilettura femminile di “Trainspotting”, dove la droga utilizzata dalla protagonista per affermare la propria insofferenza è l’immobilismo.

L’intreccio di “Stay still” funziona, coinvolge e scuote lo spettatore, soprattutto per la grande alchimia umana e artistica che si percepisce tra le due giovani interpreti, Natalia Belitski e Luisa-Céline Gaffron, capaci d’infondere credibilità e profondità ai rispettivi personaggi, e far evolvere coerentemente il loro rapporto sentimentale.

Il nostro Giuseppe Battiston regala un performance intensa e potente basata quasi esclusivamente sulla presenza scenica, sui silenzi, i gesti e gli sguardi, confermando il suo talento e la sua esperienza.

“Stay still” è allo tempo stesso un grido di dolore e un grido d’amore nei confronti di una società incapace di comprendere la “diversità” e di sostenere davvero le persone che soffrono, preferendo abbandonarle al proprio destino, bollandole come pazze o pericolose.

 

Il biglietto da acquistare per “Stay still” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

 

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