“Suffragette”: un film che racconta la difficile lotta delle donne per il voto

Sarah Gravon dirige un cast di stelle tra cui primeggia Carey Mulligan, giovane combattiva di inizio secolo

di Amira Dridi

 

Un film di Sarah Gravon. Con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Natalie Press, Anne-Marie Duff. Drammatico, 106’. USA 2016

Londra, 1912. Maud Watts è una giovane donna occupata nella lavanderia industriale di Mr. Taylor, un uomo senza scrupoli che abusa quotidianamente delle sue operaie. Alcune di loro combattono da anni a fianco di Emmeline Pankhurst, fondatrice carismatica e ricercata della Women’s Social and Political Union. Solidali e militanti, le suffragette combattono per i loro diritti e per il loro diritto al voto. Ignorate dai giornali, che temono gli strali della censura governativa, e dai politici, che le ritengono instabili e inette fuori dai confini concessi, decidono unite di passare alle maniere forti. Pietre contro le vetrine, boicottaggio delle linee telegrafiche, bombe in edifici rappresentativi (ma vuoti), scioperi della fame, tutto è lecito per avanzare la causa. Mite e appartata, Maud diventa presto una militante appassionata e decisa a vendicare le violenze in fabbrica e a riscattare una vita che la costringe alle dipendenze degli uomini. Arrestata più volte, perde il lavoro e viene ‘ripudiata’ dal marito che la caccia di casa e adotta a una famiglia borghese il loro bambino. Rimasta sola trova ragione e forza nella lotta politica, attirando con le sue sorelle l’attenzione del mondo che adesso dovrà starle a sentire.

 

Londra, 1912. La 24enne Maud Watts (Mulligan) è caporeparto in una lavanderia assieme al marito. Mentre consegna un pacco, viene coinvolta in una manifestazione improvvisa e turbolenta provocata da alcune donne, che lanciano sassi contro una vetrina urlando “Voto alle donne!”.

È questa la prima scena del film “Suffragette” di Sarah Gavon. Le immagini scorrono veloci, lo spettatore ha a malapena il tempo di capire ciò che è accaduto che già la scena cambia e chi guarda si trova risucchiato nell’inizio del XX secolo.

Nella scena successiva Maud è alla Camera dei Comuni, a raccontare il lavoro che svolge all’interno della lavanderia. In questa occasione, la protagonista non ha timore di parlare, davanti a molti ministri, delle reali condizioni lavorative delle donne, dal salario basso rispetto a quello degli uomini al valore infimo nella scala sociale.

Quando le viene chiesto perché dovrebbero avere accesso al voto, Maud risponde, un po’ cauta, un po’ impaurita, che esiste un altro modo di vivere questa vita. Il Cancelliere Lloyd George, a queste parole, risponde con altre altrettante significative: “La miglior eloquenza è quella che fa cambiare le cose”.

Ma le speranze di Maud durano ben poco: la sua testimonianza non viene accolta come era stato previsto, l’estensione del suffragio viene negato. Mrs. Watts decide allora di unirsi alle suffragette, un gruppo di donne guidate da un’impavida farmacista di nome Edith Garrud (Bonham Carter), sostenitrice, come altre sue pari, della pioniera Emmeline Pankhurst (Streep), una latitante che anni prima aveva fondato il “Women’s Social and Political Union”.

Il movimento diventerà una vera spina nel fianco per la polizia, tra riunioni segrete, arresti, scioperi, edifici esplosi, comunicazioni postali interrotte. Le suffragette tenteranno ogni strada per farsi notare dall’opinione pubblica e dai giornali, che invece dal canto loro faranno di tutto per emarginarle.

Una storia avvincente, realistica, che parla di una lotta senza quartiere, per sua natura irta di ostacoli, sofferenze e sacrifici. La convinzione che prima o poi le cose sarebbero cambiate fu quello che tenne viva la fiamma della speranza nel cuore di queste pioniere dei diritti femminili.

È arrivato nei cinema italiani giovedì 3 marzo, a una settimana dall’anniversario della concessione del suffragio universale femminile nel nostro paese (10 marzo 1946), un film che può essere d’ispirazione per tutti coloro che ancora oggi lottano per vedere affermato un proprio diritto.

 

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