“Sulla mia pelle”: Alessandro Borghi presenta il film su Cucchi a Milano

Un fatto di cronaca nera che scuote le coscienze in una pellicola dallo stile quasi documentaristico

di Riccardo Carosella

 

Oggi, investiti come siamo da un vero e proprio bombardamento mediatico, non è facile riuscire ancora a scuotere le coscienze con un film, con un’opera di “finzione”.

Ci riescono il regista Alessio Cremonini e l’attore Alessandro Borghi con “Sulla mia pelle”, presentato nella sezione Orizzonti della mostra del cinema di Venezia e uscito, nelle sale e su Netflix, il 14 settembre.

Il film è un colpo allo stomaco, una pugnalata al cuore, e chi guarda non può non sentirsi coinvolto dalla rabbia e dal dolore infinito vissuti dal protagonista, Stefano Cucchi. A maggior ragione trattandosi di una pellicola ispirata a un fatto di cronaca, mette il pubblico a contatto con emozioni forti e umane.

Il cinema italiano è rinato, non lo scopriamo certo oggi, ma “Sulla mia pelle” si pone probabilmente come uno spartiacque all’interno del genere “di denuncia”, per il suo tentativo di raccontare i fatti con obiettività e rigore quasi documentaristico.

“Sulla mia pelle” ripercorre con uno stile registico certosino gli ultimi sette giorni di vita di Cucchi, dall’ultimo incontro con la famiglia all’arresto in piena notte che darà inizio a un calvario umano che lo porterà a spegnersi lentamente, in una corsia di ospedale, davanti all’indifferenza dei medici.

Più che sul fatto di cronaca la pellicola di Cremonini si concentra sull’uomo Cucchi – sul suo passato difficile, sulla voglia di rialzare la testa, sull’amore per la famiglia, in particolare per la sorella Ilaria (Trinca) – e qui sta la sua forza.

Alessandro Borghi regala l’interpretazione della sua carriera, una performance scavata e sofferta con la quale si insinua letteralmente nella pelle di Stefano Cucchi, fisicamente e psicologicamente, attraverso un lavoro incredibile sulla voce, sul modo di parlare, sulla postura fisica e sugli aspetti caratteriali.

Anche se limitati nei loro rispettivi ruoli, la sorella di Stefano Ilaria e il padre Giovanni, un plauso va fatto anche a Jasmine Trinca e Max Tortora.

Come ha detto Alessandro Borghi durante la presentazione milanese di “Sulla mia pelle”, questo è un film che si insinua nelle nostre coscienze. Per questo vi consigliamo di vederlo, al cinema o su Netflix, poco importa.

 

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