“Suspiria”: quando lo snervante si sostituisce al pauroso vero e proprio

Luca Guadagnino supera il mero remake di Dario Argento, con un film personale e originale

Un film di Luca Guadagnino. Con con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloë Grace Moretz, Mia Goth, Jessica Harper. Horror, 152’. USA, Italia 2018

La giovane danzatrice americana Susie Bannion arriva nel 1977 a Berlino per un’audizione presso la compagnia di danza Helena Markos nota in tutto il mondo. Riesce ad attrarre l’attenzione della famosa coreografa Madame Blanc grazie al suo talento. Quando conquista il ruolo di prima ballerina Olga, che lo era stata fino a quel momento, accusa le dirigenti di essere delle streghe. Man mano che le prove si intensificano per l’avvicinarsi della rappresentazione, Susie e Madame Blanc sviluppano un legame sempre più stretto che va al di là della danza. Nel frattempo un anziano psicoterapeuta cerca di scoprire i lati oscuri della compagnia.

 

Basato sulla sceneggiatura del classico di Dario Argento, il nuovo approccio radicale di Luca Guadagnino a “Suspiria” offre un’interpretazione più ricca ed esplicita di quel vecchio incubo, recuperando le ansie latenti di quella storia.

“Sei atti e un epilogo ambientati nella Berlino divisa”, secondo il testo che apre il film, “Suspiria” trasferisce l’azione dalla sonnolenta città di Friburgo a Berlino Ovest, in pieno autunno tedesco, con la città del Muro scossa dalle azioni terroristiche della banda Baader-Meinhof.

È il 1977, lo stesso anno dell’uscita del film originale, e una timida ragazza dell’Ohio di nome Susie (Johnson) arriva alla rinomata Helena Markos Dance Company conquistando ben presto Madame Blanc (Swinton) e diventando la prima ballerina dello spettacolo che verrà messo in scena di lì a breve.

Guadagnino sostituisce lo snervante al pauroso: il suo film è più grossolano di quanto sia inquietante, più elegiaco di quanto non lo sia. Facendo leva sui sobbalzi, preferisce far accapponare la pelle attraverso il cupo terrore della memoria, la macchia rossa della colpa e la nauseante verità storica piuttosto che il classico elemento horror.

Naturalmente ci sono momenti subliminali di inquietudine, le sequenze di danza sono buone e Luca Guadagnino non potrebbe mai essere altro che un regista talentuoso. Ma “Suspiria” è stranamente un film senza passione.

Un frame del film “Suspiria” di Luca Guadagnino.

Il regista italiano trasforma il racconto di una congrega di streghe che spadroneggiano su un’accademia di danza a Berlino in qualcosa di più impressionistico, che ha a che fare soprattutto con la violenza assurda di essere donna. “Donne lacerate dalla crudeltà, ma mai del tutto vittime, potenziali madri che hanno rifiutato di essere materne.”

L’accademia diviene quasi un luogo-fortezza che si staglia contro la bruttezza che Berlino ha visto nel corso del tempo, un faro di speranza che illumina il mondo attraverso l’arte, l’espressione e l’integrità fisica.

Ci sono molte cose interessanti in “Suspiria”, i parallelismi tra l’inquietudine all’interno dell’accademia e il terrore che ogni giorno si vive fuori, ad esempio. Si percepisce l’amore con cui Guadagnino ha lavorato a questa interessante variazione su un tema. Peccato che manchi la forza della narrazione, così come l’urlo della paura.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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