“The Aeronauts”: Eddie Redmayne e Felicity Jones alla conquista del cielo

Il film di Tom Harper, prodotto da Amazon Video, non convince a pieno, nonostante il potenziale

Un film di Tom Harper. Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Himesh Patel, Anne Reid, Tom Courtenay. Azione, 101′. Regno Unito 2019

Chi oserebbe avventurarsi fino allo strato più esterno dell’atmosfera con soltanto un pallone e del gas sopra e un cesto di vimini sotto? Amelia Rennes e James Glaisher stanno per intraprendere un viaggio in mongolfiera mai tentato prima, per studiare il tempo atmosferico. Ma prima devono smettere di litigare.

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Un pallone ad aria calda a strisce bianche e rosse si staglia contro una distesa di nuvole; sembra quasi immobile, come sospeso nel cielo. È grosso modo tutto quello che rimane al pubblico alla fine della proiezione di “The Aeronauts” di Tom Harper.

I giornalisti presenti all’anteprima al London Film Festival accolgono i titoli di coda nel silenzio più totale; non parte nessun applauso, né spontaneo né calcolato. I commenti che si colgono uscendo dalla sala confermano l’impressione avuta pochi minuti prima: la pellicola non ha convinto.

La sua principale pecca sembra quella di non aver saputo trasmettere alcuna emozione, di essere rimasta sempre un po’ fredda e di non aver saputo raccontare al meglio una – promettente – storia tratta da fatti realmente accaduti a metà Ottocento.

Certo, le scene aeree e i campi lunghi – per quanto realizzati con la computer grafica – sono belli e suggestivi, mettono quasi il desiderio di spiccare il volo, ma “The Aeronauts” non è un documentario sui viaggi in pallone, è un film, e il focus sarebbero dovuti essere lo scienziato James Glaisher, l’aeronauta Amelia Rennes e la loro missione.

Purtroppo, per quanto nell’alternarsi tra presente e passato si cerchino di raccontare le backstory dei due protagonisti, quello che li ha portati a trovarsi lì quel giorno del 1862, a fare la storia, il risultato è deludente. Neppure i passaggi più drammatici – la frustrazione di lui davanti all’indifferenza della Royal society per le sue intuizioni, la sofferenza e il senso di colpa di lei per la morte del marito – arrivano davvero al cuore dello spettatore.

Poco convincenti, e poco sensate, anche alcune scelte degli sceneggiatori. Se “The Aeronauts” fosse stato costruito su un tono comico, esagerato diciamo – alla “David Copperfield”, per intenderci – certe scene avrebbero anche potuto avere senso, ma questo è un dramma realistico – o almeno vorrebbe esserlo! – e allora scene come quella della tempesta o quella dell’atterraggio risultano veramente fuori luogo.

Il personaggio di Felicity Jones, intrepido al limite dell’avventato, non sfigurerebbero in un confronto con Wonder Woman o Indiana Jones. Per quanto il lato tragico di Amelia emerga ben poco, sicuramente è la Jones quella che risulta meno peggio, anche perché Eddie Redmayne è sottotono e abbastanza deludente.

Non fraintendetemi, riconosco le capacità dell’attore britannico, eppure dopo averlo visto in diversi film inizio ad avere come la sensazione che, non importa se interpreti uno scienziato, un magizoologo o Stephen Hawking, l’espressione che riesce a tirare fuori è sempre quella: stupita e un po’ sognante. In futuro mi piacerebbe vederlo in un ruolo completamente diverso, magari comico, per capire se è capace o no di dare altro.

Una storia con del potenziale che non riesce però a scaldare l’animo del pubblico. Quello che lascia “The Aeronauts”, alla fine, è solo la sensazione di un’occasione persa o sfruttata male, mista a un fastidioso senso di vertigini.

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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