“The burdened”: scelte impossibili nello Yemen funestato dalla guerra

L’opera seconda di Amr Gamal è un ritratto della società yemenita, regolata dai domi religiosi

Un film di Amr Gamal. Con Khaled Hamdan, Abeer Mohammed, Samah Alamrani, Awsam Abdulrahman, Shahd Algonfedy. Drammatico, 91′. Yemen, Sudan, Arabia Saudita 2023

Quando Isra’a scopre di aspettare un altro bambino durante la guerra civile nello Yemen, lei e suo marito decidono che dovrebbe abortire. Ma questo crea enormi difficoltà nella loro relazione e altrove.

 

Ammetto che mi ha fatto molto piacere trovare un film yemenita, “The burdened”, nel programma della Berlinale 2023, perché capita raramente di guardare opere cinematografiche provenienti da questo Paese, segnato da quella che sembra essere una guerra civile infinita.

L’opera seconda di Amr Gamal è un ritratto della città costiera di Aden, affannata e impoverita. Tra inflazione, stipendi che non crescono e militari arricchiti, gli effetti della guerra sono una presenza costante.

In questa situazione già di per sé drammatica e in una società regolata dai dogmi religiosi, il film si concentra sull’accesso all’aborto. Proprio i contrasti tra religione, amicizia e medicina costituiscono il fulcro di questa storia.

Grazie a una buona scrittura e alle performance sincere del cast, “The burdened” non risulta mai pesante, nonostante affronti un tema delicato. Lo fa in modo diretto e a ritmo sostenuto, senza dare spazio alla commiserazione, trasmettendo a chi guarda l’urgenza di una questione che va risolta subito. Ci sembra quasi di sentire la polvere, il caldo e il fardello che pesa sulle spalle dei protagonisti.

Uno scorcio interessante quanto impietoso sui problemi quotidiani di chi vive nello Yemen, un angolo di mondo troppo spesso dimenticato.

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