“The disaster artist”: un focus sul folle mondo del cinema

James Franco è Tommy Wiseau, regista, produttore e interprete del film più brutto mai realizzato

Un film di James Franco. Con James Franco, Dave Franco, Seth Rogen, Alison Brie, Josh Hutcherson, Zac Efron. Commedia, 98’. USA, 2017

Greg è un aspirante attore, ancora incapace di lasciarsi andare, che rimane affascinato, durante una lezione, dalla libertà d’espressione e dalla carica emotiva di uno strano tizio di nome Tommy Wiseau. Greg diventa così il primo amico che Tommy abbia mai avuto e i due partono per cercare fortuna verso Los Angeles. Ma la fortuna è merce rara, e il sogno di fare cinema brucia dentro di loro, al punto che i due partoriscono l’idea folle di “The Room”: un film scritto diretto, interpretato e prodotto da Tommy, passato alla cronaca come il film più brutto della storia del cinema.

 

Scrivere recensioni entusiastiche di  “The disaster artist”, per i critici americani, è un po’ come lasciarsi andare a un atto di autolesionismo oppure compiacersi di subire la legge del contrappasso. La commedia di James Franco, infatti, omaggia “The Room” di Tommy Wiseau, definito nel 2003, all’uscita in sala, il più brutto film di sempre, ma diventato poi una sorta di cult.

Franco, fiutando la grande occasione di irridere la critica cinematografica, costringendola a contraddirsi esaltando ciò che un tempo aveva pesantemente disprezzato, realizza non solo un grande film come regista ma segna anche il punto più alto della sua carriera d’attore, interpretando, paradossalmente, l’antitesi del professionista da Oscar.

“The disaster artist” è una commedia grottesca e sincera sull’amicizia, nata nel 1998, tra Wiseau (James Franco) e Greg (Dave Franco), accomunati dal sogno di sfondare come attori a Hollywood. I due, nonostante le diversità e i momenti di tensione, non smettono mai di sostenersi a vicenda, portando avanti l’obiettivo comune.

Ma il film è anche un’ironica quanto amara rappresentazione di quanto sia difficile realizzare i propri sogni ad Hollywood, dove quasi tutto è possibile, però il rischio di venire divorati è alto.

Non manca una nota di cupezza e malinconia, quindi, nel raccontare le difficoltà di un aspirante attore nel trovarsi un agente che voglia investire realmente su di lui, e che gli possa procurare un ingaggio. Sono tematiche già affrontate del pluripremiato “La La Land” di Damien Chazelle (qui la recensione), ma qui vengono declinate in modo autentico.

E poi c’è l’elemento giallo, mistery, che James Franco non ha potuto né voluto svelare. Chi è davvero Tommy Wiseau? Quanti anni ha? Da dove viene? E da dove viene la sua fortuna? Per “The room” il regista e produttore spese una cosa come sei milioni di dollari, incassandone poi al botteghino solo centomila. Nessuno ha mai saputo da dove venissero i soldi.

La storia di Wiseau è un film dentro il film, e James Franco, avendo capito le enormi potenzialità del personaggio, lo ha reso una star. Le ultime, esilaranti scene, infatti, sono infatti un raffronto tra “The Room” e la pellicola di Franco stessa, e lo spettatore non può non capire perché la prima sia diventata, alla fine, un cult.

“The disaster artist” è un piccolo, grande capolavoro trash ma scritto, diretto e soprattutto interpretato in modo magistrale, che sta consegnando i primi riconoscimenti nella stagione dei premi alla folle e geniale scommessa di James Franco.

E immaginate che rivincita sarebbe, per tutti quegli attori e registi che si sono visti stroncare senza pietà dalla critica, se a inizio 2018 arrivasse anche un Oscar. Della serie, non importa quanto brutto tu venga definito oggi, c’è tempo perché tutti possano ricredersi in futuro, e innalzarti come una star.

 

Il biglietto da acquistare per “The disaster artist” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto
(con riserva). Sempre.

 

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