“The dressmaker”: in un’Australia che sembra il west Tilly cerca vendetta

Jocelyn Moorhouse dirige Kate Winslet in una commedia atipica, dove spiccano costumi e ambientazione

Un film di Jocelyn Moorhouse. Con Kate Winslet, Sarah Snook, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Judy Davis. Commedia, 118′. Australia 2015

Tilly è tornata. Da Dungatar, paesino desertico di qualche centinaio di anime in cui è nata e cresciuta, era stata cacciata decenni prima, per un incidente che l’ha traumatizzata al punto da averlo rimosso e ora ci torna come affermata stilista. Siamo nel 1951 e Tilly porta con sè una ventata di modernità, di abiti su misura alla moda che mettono in risalto le forme di donne che parevano aver dimenticato tutto, chiuse nel bigottismo locale. Non si tratta però di un ritorno pacifico. Fare vestiti per gli abitanti di Dungatar è solo un modo per iniziare a scoprire cosa ci sia nel suo passato, cosa abbia fatto impazzire sua madre, perché ancora venga insultata e in ultima analisi, vendicarsi.

 

Dice il proverbio che l’abito non fa il monaco, ma guardando “The dressmaker” di Jocelyn Moorhouse, con una spumeggiante Kate Winslet nel ruolo della protagonista Tilly, non si direbbe proprio!

Ci sono film che colpiscono più per l’ambientazione e per i costumi che per i contenuti e i dialoghi, e che nonostante questo lasciano un segno. Nella categoria rientra sicuramente questa commedia atipica, che si muove tra diversi generi, spaziando dal comico al surreale, e arrivando anche a toccare qualche picco di drammaticità.

La prima parte è sicuramente quella più riuscita dal punto di vista narrativo e visivo. Lo spettatore entra in sintonia con il clima del film, godendo dello stile particolare dove ai brillanti dialoghi si alternano gli abiti colorati e vistosi che non solo riempiono lo schermo ma diventano parte integrante della storia, descrivendo le personalità dei personaggi.

La felice alchimia tra parole e immagini, però, si perde nella seconda parte dove si fatica a cogliere un filo conduttore. Il film cambia pelle, senza però trovare una precisa identità, oscillano tra il pulp e il drammatico e finendo per divenire soprattutto caotico.

Kate Winslet riesce con talento a calarsi nel suo bizzarro personaggio, risultando credibile e divertente nella prima parte, per poi perdere incisività nella seconda, quando è costretta a confrontarsi con uno scialbo Liam Hemsworth e a dare vita a una storia d’amore piuttosto inutile.

Sono degni di nomination agli Oscar sia Jude Davis che Hugo Weaving, per i personaggi istrionici, brillanti e surreali a cui danno vita. Le loro scene sono quelle più riuscite e convincenti.

La regia, anche se ha un taglio televisivo, presenta degli spunti creativi interessanti. La Moorhouse dimostra uno stile innovativo nel mettere in scena gli attori, ma delude quando si tratta di tenere dritta la barra del racconto e del ritmo per tutta la pellicola.

Un finale alla “Kill Bill” di Quentin Tarantino dimostra che, per vendicarsi, non sempre è necessario sporcarsi le mani, basta avere talento – e magari un buon paio di forbici.

 

Il biglietto da acquistare per “The Dressmaker” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version