“The Great Wall”: una maxi-produzione cinese che unisce storia e fantasy

Matt Damon protagonista del film di Zhang Yimou, godibile, ben diretto e bene interpretato dal cast

Un film di Zhang Yimou. Con Matt Damon, Andy Lau, Willem Dafoe, Pedro Pascal, Tian Jing, Eddie Peng, Lu Han. Storico, 104′. USA 2016

William e Tovar sono due mercenari europei, in Cina con una missione: recuperare un po’ della fantomatica “polvere nera”, antenata della polvere da sparo, e portarla in Occidente. I due sopravvivono all’assalto di una creatura sconosciuta di colore verde, di cui conservano un arto reciso. Catturati dalle truppe d’élite dell’esercito cinese, finiscono per combattere al loro fianco contro i mostri verdi, denominati Taotie, che ogni 60 anni minacciano il mondo degli uomini. La Grande Muraglia è stata eretta proprio per cercare di fermarli, con ogni mezzo.

 

Muri, recinzioni, steccati: quante volte abbiamo sentito pronunciare queste parole negli ultimi tempi? Donald Trump ha praticamente vinto le presidenziali americane annunciando la volontà di creare una barriera tra gli Stati Uniti e il Messico.

Si alzano muri quando si avverte il bisogno di proteggere qualcosa d’importante o per paura. Ma i muri sono visti oggi come qualcosa di negativo, retaggio del passato, poco umanitario nei confronti delle migliaia di profughi che fuggono dalla guerra e dalla miseria.

La Cina è stata la prima nazione nella storia a difendere i propri confini innalzandone uno, la Grande Muraglia. Come ci ricorda Wikipedia, fu costruita a partire dal 215 a.C. circa per volere dell’imperatore Qin Shi Huang. La sua lunghezza è stata stimata intorno ai 6.350 chilometri, con altezze variabili, fino a pochi anni fa. Dalle misurazioni effettuate nel 2009, invece, risulterebbe lunga 8.851 chilometri, circa 2.500 in più di quelli stimati in precedenza.

Perché mai i cinesi decisero di costruire questa imponente strumento di difesa? Da chi o da che cosa avevano esigenza di difendersi? “The Great Wall” di Zhang Yimou offre una possibile e intrigante risposta. E se La Grande Muraglia fosse nata per difendersi dai nemici, sì, ma non di questo pianeta? Il film, inaspettatamente, mescola alla pellicola storica, bellica, in costume, elementi fantasy.

Il film ha due facce. Da un lato c’è la ricostruzione storica, ambientale e scenografica curata, precisa e imponente, dall’altro gli effetti speciali che trascinano il pubblico dentro le scene di battaglia contro i famelici nemici, che rievocano film come “Alien” o “Jurassic Park”.

L’impianto drammaturgico è lineare, semplice, ben scritto, chiede allo spettatore di sospendere la razionalità per immergersi in una storia di eroismo e onore nel complesso ben calibrata sia sul piano del pathos che del ritmo.

“The Great Wall” è un film godibile, apprezzabile sul piano recitativo nel suo essere un buon esempio di coralità. Meritevole di menzione la regia di Zhang Yimou, creativa, esperta, capace di unire con credibilità tradizione e modernità.

Insomma, la pellicola soddisferà sia gli amanti delle storie in costume che quelli del fantasy, che alla fine non potranno non concordare che, almeno in quel caso specifico, erigere un muro fu una decisione saggia.

 

Il biglietto da acquistare per “The Great Wall” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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