“The happy prince”: un film su Oscar Wilde che non fa sconti a nessuno

Rupert Everett regista e interprete di un film che racconta gli ultimi anni dello scrittore inglese

Un film di Rupert Everett. Con Rupert Everett, Colin Firth, Colin Morgan, Edwin Thomas, Emily Watson, Tom Wilkinson. Commedia, 105′. Italia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, 2018

Dopo il periodo di successi letterari e teatrali Oscar Wilde (Everett) è caduto in disgrazia. Processato per la sua omosessualità e condannato a due anni di lavori forzati è uscito dal carcere minato nella salute e nell’animo. Esiliatosi a Parigi, dopo un tentativo di ricostruire il rapporto con la moglie, torna a unirsi al giovane Lord Douglas (Morgan) e precipita sempre più nel disastro. Gli restano solo le sue fiabe, con le quali si conquista l’affetto di due ragazzi di strada.

 

Nella stanza di una modesta pensione di Parigi, Oscar Wilde trascorre gli ultimi giorni della sua vita, senza mai tornare in Gran Bretagna dopo il rilascio dal carcere di Reading Gaol, esiliato sul continente.

È sull’ultimo periodo di vita dello scrittore che Rupert Everett decide di concentrarsi per il suo debutto alla regia, “The Happy Prince”, espandendo quanto mostrato nell’opera teatrale “The Judas Kiss”, di cui è stato protagonista nel 2012.

Ambientato in gran parte nel periodo tra la liberazione dalla prigione di Wilde nel 1867 e la sua morte, avvenuta nel 1900 per meningite, il film è formato da continui flashback, attraverso i quali il protagonista ricorda gli anni della decadenza, dall’infame processo con l’accusa di sodomia al viaggio traumatico in prigione.

La sceneggiatura salta avanti e indietro nel tempo, aprendosi con Wilde forse nel suo momento peggiore, in giro per le strade di Parigi, verso il suo squallido hotel.

Rupert Everett è impeccabile nella sua interpretazione e, al di là delle protesi che modificano i suoi lineamenti, riesce a mostrare la fine di un grande uomo, incapace di sopportare il peso della caduta. L’attore è sempre al centro: commovente mentre legge la favola del titolo ai suoi figli, arguto, talvolta repellente. È una performance coraggiosa, senza vie di fuga, specialmente nella straziante scena della morte.

Sebbene svolgano piccoli ruoli a confronto, anche il resto del cast brilla nei rispettivi ruoli: Colin Firth in quello dell’amico di Wilde, Reggie Turner; Colin Morgan in quello di Lord Alfred Bosie Douglas; Emily Watson in quello della moglie di Wilde.

“The Happy Prince” racconta di un uomo intrappolato tra il mondo del passato e nuove possibilità che non potrà mai realizzare, di una figura avanguardista per la cultura gay, troppo avanti per gli ideali vittoriani del suo tempo.

Citando il “De Profundis“, la lettera che Wilde scrisse al compagno Alfred Douglas dal carcere, nel 1897, Everett racconta la fine dell’uomo che era avido dei “frutti del giardino del mondo”, e fu punito per questo. E il suo film – per quanto a tratti brutale – ci permettono di conoscere l’uomo più che l’artista.

 

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