“The new boy”: Cate Blanchett suora rinnegata nel deserto australiano

Il film di Warwick Thornton, nonostante la Blanchett e la bella scenografia, risulta sospeso

Un film di Warwick Thornton. Con Cate Blanchett, Mezi Atwood, Deborah Mailman, Wayne Blair, Kenneth Radley. Drammatico, 116′. Australia 2023

Nell’Australia degli anni ’40, un bambino aborigeno di 9 anni arriva nel cuore della notte in un remoto monastero gestito da alcune suore. La sua presenza metterà in discussione il delicato equilibrio di questo microcosmo. 

 

Sono ormai anni che Cate Blanchett, già due volte premio Oscar, conferma il suo grande talento, qualsiasi ruolo interpreti. Questa volta al 76° Festival di Cannes veste i panni di una suora, persa in un piccolo convento che accoglie bambini orfani in un remoto deserto australiano.

Il film si intitola “The New Boy”, è scritto e diretto Warwick Thorton ed è stato presentato nella sezione Un Certain Regard.

Cate Blachett non ne è la vera protagonista, perché al centro della storia c’è un bambino aborigeno di 9 anni, dal nome sconosciuto, interpretato dal giovane Assuan Reid. L’attrice è però anche produttrice del film, tutto legato alla sua terra d’origine, l’Australia, con la sua Dirty Films.

“The New Boy” segue la storia del piccolo aborigeno letteralmente strappato al suo ambiente nativo per essere trasferito nel piccolissimo collegio gestito da sorella Eileen (Blanchett) e da un’altra suora che si fa chiamare Mum. Insieme si prendono amorevolmente cura di una manciata di bambini orfani con cui vivono come fossero una vera e propria famiglia.

C’è però qualcosa di misterioso che avvolge tanto il bambino quanto il passato della suora. Il piccolo possiede uno strano potere grazie al quale può curare chi si è ferito. Questa sua dote è, a fasi alterne, interpretata sia come un buon segno che come un inquietante presagio.

Sospeso tra misticismo, religione e spiritualità immanentista, “The New Boy” trascina nel percorso tortuoso del piccolo aborigeno che non parla la lingua dei suoi compagni e non comprende gli strani rituali delle suore, per quanto materne e accoglienti esse siano. A sua volta anche il bambino è incompreso dagli altri per la sua selvaggia alterità.

In questo complicato ambiente realtà e misticismo si confondono agli occhi di tutti, suore comprese, creando un racconto dallo sviluppo difficile e non del tutto chiaro. È possibile che il regista volesse mettere a contrasto le consuetudini della civiltà e della spiritualità creata anche in seno al cattolicesimo con un concetto più naturalista e quasi sciamanico dell’esistenza umana, accostando in tal senso le pene del bambino aborigeno a quelle rappresentate dal crocifisso ligneo ospitato nella cappella del collegio.

Tuttavia il senso del racconto purtroppo si perde in dettagli, piccole azioni e reazioni dei personaggi che di volta in volta cambiano direzione e non consentono di comprendere la vera direzione del film.

A parte la scenografia, interessante e ben costruita, costituita dal piccolo collegio perso in un deserto australiano stranamente mistico e accogliente, e l’ottima interpretazione della Blanchett e del giovane Assuan Reid, “The New Boy” resta un film sospeso e difficilmente decifrabile.

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Vania Amitrano
Laureata in lettere. Giornalista appassionata di arte, letteratura e soprattutto cinema.

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