“The old guard”: un action piacevole, con un buon Luca Marinelli

Il primo cinecomic targato Netflix è un film che si lascia guardare ma non brilla per originalità

Un film di Gina Prince-Bythewood. Con Marwan Kenzari, Charlize Theron, KiKi Layne, Luca Marinelli, Matthias Schoenaerts. Azione, 118′. USA 2020

Andy, Booker, Joe e Nicky sono una squadra di quattro mercenari che operano solo a fin di bene. Ancora più sorprendente la loro altra peculiarità: sono immortali che ignorano il perché della propria condizione e, proprio per questo, cercano di dare un senso positivo alla propria lunghissima esistenza. Quando l’ex agente CIA Copley affida loro l’incarico di salvare bambini rapiti, le cose si mettono male e il loro segreto rischia di venire allo scoperto. Mentre cercano di sfuggire alle sperimentazioni di una Big Pharma dovranno inoltre trovare una nuova immortale, una marine che è stata “uccisa” in azione ma, invece di morire, ha manifestato il proprio potere.

 

Chi vi scrive, fino a pochi giorni fa, non aveva mai sentito parlare di “The old guard”, la serie a fumetti scritta da Greg Rucka e illustrata da Leandro Fernandez per la Image Comics, con protagonisti un gruppo di mercenari immortali. E non ha neanche una grande passione per il genere. 

Una premessa necessaria, prima di iniziare la recensione del film diretto da Gina Prince-Bythewood, con Charlize Theron, KiKi Layne e il nostro Luca Marinelli, primo esperimento di cinecomics targato Netflix.

Vista la sua natura, e il periodo in cui è “uscito”, era abbastanza naturale che “The old guard” non fosse perfetto, e prestasse il fianco a diverse critiche da parte del pubblico e degli addetti ai lavori.

In primis non gli ha giovato il mancato passaggio in sala, causa Covid. Per quanto la risoluzione di televisori e pc sia oggi ottima, le ambientazioni naturali e metropolitane e persino i combattimenti sarebbero stati meglio apprezzati sul grande schermo.

A livello narrativo, il film è una sorta di via di mezzo tra “Highlander” e “The Avengers”. Gli sceneggiatori hanno cercato di dare alla storia un taglio più intimistico e filosofico rispetto a quelle classiche di supereroi, ma sono riusciti nell’intento solo parzialmente. Lo script infatti è nel complesso “leggero” e a tratti anche piuttosto prevedibile.

“The old guard” approfondisce poco il passato dei mercenari, lasciando lo spettatore alquanto deluso e desideroso di saperne di più. Si ha come l’impressione di trovarsi davanti la puntata pilota di una serie oppure il primo capitolo cinematografico di un progetto di più ampio respiro.

Netflix ha chiaramente cercato di contenere i rischi, provando a portare a casa un risultato piccolo ma sicuro piuttosto che lanciarsi in spericolate evoluzioni. Peccato, perché il cast era quanto mai talentuoso e avrebbe meritato di più.

Charlize Theron, affascinante e malinconica, dà prova ancora una volta della sua poliedricità, passando con disinvoltura da ruoli romantici ad altri più tosti. E anzi, proprio su questi sembra voler puntare in questa fase della sua carriera l’attrice sudafricana, quasi a voler dimostrare che l’età anagrafica è solo un dettaglio.

C’era grande attesa e curiosità per la prova di Luca Marinelli, alle prese con il primo progetto internazionale. Ebbene l’attore romano, memore forse anche dell’esperienza maturata sul set di “Lo chiamavano Jeeg robot”, si dimostra a proprio agio nell’interpretare Nicky, mercenario innamorato nei secoli di Joe (Kenzari), suo compagno d’armi.

Personalmente ho trovato un po’ forzato il voler attribuire a tutti i costi una valenza LGBT ai legami sentimentali tra i personaggi, andando oltre quella valenza simbolica più sfumata a cui ci hanno abituato le altre pellicole del genere.

In ogni caso, al netto di limiti e criticità, “The old guard” è un buon cinecomic, che intrattiene il pubblico senza però mai toccare grandi picchi emozionali. Un discreto punto di partenza per Netflix, insomma, augurandoci che col tempo i risultati migliorino, proprio come è stato per i nostri invincibili mercenari.

 

Il biglietto da acquistare per “The old guard” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio*. Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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