“The restless”: la quotidianità di un pittore bipolare e della sua famiglia

Il belga Joachim Lafosse firma un dramma familiare intenso, con una grande Leïla Bekhti

Un film di Joachim Lafosse. Con Leïla Bekhti, Damien Bonnard, Luc Schiltz, Larisa Faber, Elsa Rauchs. Titolo originale: Les Intranquilles. Drammatico. Belgio 2021

Leila e Damien sono una coppia innamorata con un figlio piccolo. Il bipolarismo di lui, però, condiziona pesantemente la loro vita. 

 

Quando si tratta di disturbi mentali, si tende spesso a sottovalutare l’impatto che questi possono avere sulla vita dei familiari, su chi non soffre in prima persona ma solo “di riflesso”.

“The Restless” del belga Joachim Lafosse si concentra su questo tema, in particolare sul bipolarismo. Un disturbo da cui purtroppo non si guarisce, e che quindi prevede l’assunzione a vita di farmaci al fine di mantenere una sorta di equilibrio e di stabilità.

La maggiore difficoltà per i familiari di un bipolare è proprio che quest’ultimo spesso rifiuta di curarsi, di prendere regolarmente le medicine, rendendo la vita un inferno a chi gli sta intorno. L’alternarsi di fasi maniacali e fasi down è devastante, destabilizzante, e alla lunga può mettere in crisi anche il partner più paziente e amorevole.

“The Restless” racconta la travagliata vita di Damien, pittore, marito e padre presente e affettuoso, ma drammaticamente affetto da bipolarismo. In apertura del film lo vediamo iperattivo, preso da mille hobby mentre è in vacanza con la famiglia. È l’inizio di una fase maniacale che lo porterà a diventare sempre più aggressivo e incontrollabile.

Il percorso clinico e umano del protagonista è ben costruito, reso in modo credibile da Damien Bonnard, ma non rappresenta una novità in chiave cinematografica. A colpire, se mai, è la figura di Leila, la moglie di Damien, interpretata da una bravissima Leïla Bekhti che meriterebbe la Palma d’oro. 

La Bekhti incarna i diversi e inevitabili stati che la donna attraversa trovandosi davanti a un problema più grande di lei: l’abitudine, la paura, lo sconforto, la stanchezza, la rabbia. Leila non vuole essere né la badante né tanto meno la madre di Damien. È stanca dei capricci del marito, convito di poter rinunciare al litio.

A causare la rottura nella coppia, a ben vedere, non è tanto la malattia quanto la scelta egoistica di Damien di rinunciare alle cure per non “soffocare” la sua creatività, scelta che la moglie non può accettare. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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