“The song of the tree”: c’era una volta, in un villaggio nella steppa…

Il regista debuttante Aibek Dayyrbekov dirige il primo musical mai realizzato in Kirghizistan

Un film di Aibek Daiyrbekov Con Omurbek Izrailov, Temirlan Smanbekov, Saltanat Bakaeva. 93′. Kyrgyzstan, Russia 2018

Nel villaggio di Tien Shan si osservano ancora le antiche tradizioni. Bazarbai dà in sposa la maggiore delle sue figlie a un uomo ricco, mentre la più giovane, Begimai, è innamorata di Esen. Quando Bazarbai ordina che l’albero sacro del villaggio venga abbattuto, si apre una era di caos e disordine…

 

Ecco qualcosa che non capita di frequente di vedere al cinema, almeno dalle nostre parti: un musical kirghizo basato su racconti folkloristici locali. Già presentato al festival del cinema di Mosca, “The song of the tree” di Aibek  Daiyrbekov adesso è in programma anche al festival di Busan, in Corea del Sud.

Il regista ha adattato le storie che sua nonna gli raccontava quando era bambino e ha realizzato un film incentrato sull’amore tra due giovani, tra una madre e un figlio e tra un uomo e la sua terra. Gli elementi per un dramma di stampo classico, quasi mitologico, ci sono tutti: un amore ostacolato, l’esilio verso la libertà, la purezza di cuore contro la sete di potere, la perdita, il riscatto, la giustizia e, infine, la rinascita.

Nelle infinite steppe dell’Asia centrale, in un’epoca non meglio precisata, il giovane Esen viene bandito dal suo villaggio. Allo stesso tempo, le relazioni tra le famiglie più potenti si inaspriscono a causa dell’albero sacro che alcuni vogliono abbattere.

Il film procede col ritmo calmo e cadenzato della natura, tra colori mozzafiato e corse a cavallo nel deserto, in una direzione narrativa piuttosto prevedibile ma non per questo meno gradevole.

A questo si aggiunge la musica: tante (forse un po’ troppe) canzoni con cui i personaggi esprimono i loro sentimenti più profondi, che fanno di questo film il primo musical mai realizzato in Kirghizistan. È inoltre il debutto di Aibek Daiyrbekov come regista, dopo aver acquisito una certa esperienza dall’altro lato della macchina da presa.

“The song of the tree” è un racconto quasi fiabesco, che potrebbe benissimo cominciare con: C’era una volta un villaggio nella steppa…

 

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Valeria Lotti
Originaria della provincia di Roma, vive tra l'Europa e la Cina, coltivando la sua passione per lo studio di società e culture. Dottoranda a Berlino, ama scrivere di cinema, viaggi e letteratura. Si ritiene democratica e aperta alla critica, purché non sia rivolta ai libri di Harry Potter.

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