“The tower. Il millesimo piano”: quando “Gossip girl” incontra lo sci-fi

La serie di Katherine McGee è un mix di suspence, invenzioni accattivanti, sentimenti umani

Cosa rende il libro “The tower. Il millesimo piano” di Katharine McGee, nella traduzione di G. Pastorino, edito da Piemme, diverso dalle decine di altri young adult con ambientazione futuristica che negli ultimi anni affollano le librerie e tutto sommato meritevole di essere letto?

La risposta è già nella domanda: l’ambientazione. Il libro presenta qualche leggera imperfezione, soprattutto nella trama non originalissima – preparatevi a una sorta di “Gossip Girl” in chiave sci-fi dove adolescenti di diverse estrazioni sociali (c’è chi vive nel lusso, chi ha perso tutto e deve adattarsi a una vita nei bassifondi, chi non ha niente e si avvicina al bel mondo) si innamorano, mentono, si sballano e danno party.

Eppure, nonostante questo, il progetto architettonico che è alla base del libro, e dell’intera serie (è già disponibile il secondo capitolo, “Vertigo”, e vedendo il finale molto probabilmente non sarà l’ultimo), è talmente ambizioso e affascinante da superare qualsiasi resistenza del lettore.

Diciamo che alla McGee si perdonano le ingenuità e i luoghi comuni – perché i personaggi di questo tipo di romanzo devono essere sempre belli? Senza considerare Avery, costruita geneticamente per esserlo, anche gli altri, soprattutto le altre, danno l’impressione di essere versioni giovani di modelle di Victoria’s Secret. O se non sono belli, geniali, come Watt – perché il suo universo è splendido, infarcito di invenzioni, ricco di spunti.

La Manhattan del 2118 è diventata una torre alta mille piani, un po’ come se la New York che conosciamo oggi venisse riassemblata in verticale invece che in orizzontale. È così che me la sono immaginata io, almeno, una città ridistribuita in altezza – con parchi, scuole, isolati di appartamenti più o meno ricchi. Ed elementi della “vecchia” New York riutilizzati, come ad esempio l’ingresso di Central Park.

È affascinante vedere dove possa condurre l’immaginazione di un autore, combinando tecnologie esistenti e altre che conosciamo solo attraverso i film e i romanzi di fantascienza, ma che possiamo legittimamente immaginare che un giorno esisteranno davvero (i veicoli che fluttuano sopra il terreno e sono auto-pilotati, ad esempio, non sono poi così inimmaginabili).

Non sarà una storia al 100% innovativa, quella di “The Tower”, ma in ogni caso è ben scritta, coinvolgente, capace di tenere incollati alla pagina con il suo spostarsi tra le prospettive dei diversi personaggi, e dare movimento.

C’è la bellissima Avery, del 1000° piano, che nasconde una grande profondità, a 17 anni è già stanca di essere definita solo bella e soprattutto è innamorata dell’unica persona del Tower che non può avere; e la sua migliore amica Leda, che ha passato l’estate in un centro di disintossicazione.

Poi ci sono Eris, viziata e un po’ crudele, che improvvisamente si ritrova catapultata DownTown, a dividere il minuscolo appartamento con la madre e gli scarafaggi e a rivalutare quello che ha pensato fino a quel giorno; il geniale Watt, che ha portato avanti un progetto fuorilegge che lo mette in pericolo, e Riley, che ha lasciato la scuola per occuparsi della sorella alla morte della madre.

Cosa accomuna tutti loro, a parte il fatto di vivere nel Tower? I segreti. Ognuno dei protagonisti ha qualcosa da nascondere, qualcosa che non vuole che gli altri, e il mondo, sappiano. E questo li mette in una posizione di debolezza. Perché quando hai un segreto faresti di tutto – davvero di tutto! – per tenerlo al sicuro.

Il finale – anticipato dal prologo ma comunque sconvolgente – apre la strada al secondo libro, “Vertigo”, dove ritroveremo i personaggi, impegnati ad andare avanti, come possono, con le loro vite. E a guardare a vista tutti gli altri, chiaramente. Perché una parola di troppo può essere la fine… Della serie, la tecnologia avrà fatto anche grandissimi passi avanti, ma gli essere umani sono praticamente sempre gli stessi. Bugiardi, egoisti, fragili.

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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