“The world after us”: un racconto sui Millennials, piacevole e ben ritmato

L'opera prima di Louda Ben Salah-Cazanas unisce realtà e spunti quasi favolistici

Un film di Louda Ben Salah-Cazanas. Con Aurélien Gabrielli, Louise Chevillotte, Saadia Bentaïeb, Jacques Nolot. Titolo originale: Le monde après nous. Drammatico, 85′. Francia 2021

L’appartamento parigino dove vive Labidi è così piccolo che c’è spazio solo per un letto. Il giovane scrittore, che per adesso ha pubblicato solo un racconto, e il suo coinquilino Alekseï si alternano quindi nel dormire sul letto e su un materassino da campeggio. Quando Labidi conosce Elisa capisce che è la ragazza per lui e che vuole costruire con lei qualcosa d’importante. Ma il suo conto in banca piange, il suo editore aspetta il suo primo romanzo, e tra l’amore e i lavori part-time il ragazzo sembra girare in tondo e non fare alcun progresso. 

 

Presentato nella categoria Panorama della Berlinale 2021, “The world after us” è il lungometraggio d’esordio del lionese Louda Ben Salah-Cazanas. Nel cast ritroviamo Louise Chevillotte, che due anni fa ho incontrato e intervistato per il suo ruolo in “Synonyms” (qui potete leggere l’intervista).

L’attrice interpreta Elisa, l’interesse amoroso del protagonista, un giovane scrittore di origine tunisina che ha lasciato la nativa Lione per cercare fortuna a Parigi, dove divide un minuscolo appartamento con un amico e sbarca il lunario facendo vari lavori sottopagati in attesa di pubblicare il suo grande romanzo.

In breve, Labidi rappresenta il (purtroppo) tipico millennial: laureato ma costretto a fare il fattorino con la speranza che i suoi sogni si realizzino. Ed è facile leggere una critica all’amara situazione dei millennials, di cui fa parte il regista stesso.

Quando l’amore, quello a prima vista che fa girare la testa e sfarfallare lo stomaco, entra nella vita del nostro promettente scrittore lo porta a prendere delle decisioni affrettate che rischiano di compromettere sia le sue aspirazioni letterarie che la sua relazione. Riuscirà il nostro eroe ad avere il lieto fine che si merita (perché con quell’aria gentile e un po’ mesta, Labidi decisamente se lo merita)?

Il film è godibile e ben ritmato. Certo, non manca qualche cliché – come lo scrittore che dopo una grande crisi finalmente trova l’ispirazione e scrive tutto d’un fiato, di notte –, ma bisogna tener presente che si tratta di un’opera prima.

A prevalere sono speranze e sentimenti autentici, e sebbene questo non sia sempre realistico, ci dona un certo calore. “The world after us” racconta una storia a tratti vera, a tratti favolistica, e ci chiede di essere meno cinici. Forse quello che sembra ingenuità è solo fiducia nel futuro.

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