“Thor: love and thunder”: un film comico e pop, dal grande cuore

Taika Waititi dirige il quarto capitolo cinematografico con protagonista il dio del tuono

Un film di Taika Waititi. Con Chris Hemsworth, Natalie Portman, Christian Bale, Tessa Thompson, Taika Waititi. Azione, 119′. USA 2022

Reduce da numerosi lutti e da un periodo di depressione, con tanto di ingrassamento, Thor, il figlio di Odino, ha ritrovato la forma e ha cercato la serenità nello spazio, insieme ai Guardiani della Galassia. Così viene a sapere che Gorr il macellatore degli dèi sta scatenando il panico su diversi mondi, uno dei quali è difeso dalla compagna asgardiana Sif. Thor lascia i Guardiani e, insieme a Korg e a due capre giganti avute in dono da una razza aliena, corre in soccorso di Sif, solo per scoprire che Gorr è diretto verso nuova Asgard, sulla Terra. Qui il Dio del Tuono lo affronta la prima volta e ritrova Jane Foster che ha nel mentre preso possesso di Mjolnir, il suo primo martello incantato, e ha assunto il ruolo della Potente Thor!

 

Quarto film della saga cinematografica con protagonista il Dio del tuono figlio di Odino, il secondo diretto da Taika Waititi dopo il successo di pubblico e critica di “Ragnarok” (2017), “Thor: Love and Thunder” è ambientato qualche tempo dopo “Avengers: Endgame”.

Thor (Hemsworth), dopo aver affrontato un periodo difficile con tanto di aumento di peso, sembra aver trovato una certa serenità viaggiando nello spazio con i Guardiani della Galassia, che provano a portare pace, giustizia e zen tra le stelle.

La comparsa in scena di Gorr il macellatore di dèi (Bale) lo porta a cercare l’aiuto di alcune vecchie conoscenze: Re Valchiria (Thompson), Korg e l’ex fidanzata Jane Foster (Portman), che adesso brandisce il primo martello magico Mjolnir come la Potente Thor.

Molto di quello che di buono componeva il DNA di “Ragnarok” lo ritroviamo, portato ai massimi livelli, in “Love and Thunder”. Taika Waititi, con il suo tocco inconfondibile e personalissimo, confeziona un’esplosione di colore, energia e ironia, una favola che ha al suo centro, in ultima analisi, l’amore nelle sue diverse forme.

Dopo averla “accantonata” per qualche tempo, la Jane Foster di Natalie Portman fa il suo ritorno in grande stile nel MCU. Dopo quasi un decennio, non solo i fan ricevono, finalmente, una spiegazione soddisfacente del perché la storia tra lei e Thor non ha mai funzionato – con tanto di montaggio in stile rom-com – e del motivo del suo allontanamento, ma anche una storyline davvero importante e interessante per il personaggio, fedele ai fumetti.

Non meno interessante Gorr, il villain interpretato da uno strepitoso e irriconoscibile Christian Bale, che vediamo anche in una delle scene visivamente più sbalorditive del film, quando lo schermo diventa inaspettatamente in bianco e nero. Come nel caso di Wanda Maximoff aka Scarlett Witch, e confermando una tendenza del Marvel Universe, anche alla base delle scelte estreme di questo personaggio in rotta con gli dèi e dalla forte portata tragica c’è la perdita della figlia

L’incontro con le divinità di Omnipotence City, vanesie, chiassose, risibili, sembrano dare ragione ai propositi bellicosi e nichilisti di Gorr. Ma al di là di tutto al pubblico non potrà non piacere ridere di queste figure – e assistere alla performance di Russel Crowe come Zeus, sovrappeso, spudorato nel parlare e in ultima analisi pavido. 

Tra risate, momenti fortemente sentimentali e una certa audacia stilistica, “Thor: Love and Thunder” riesce ad esplorare nuovi orizzonti pur restando fedele a se stesso. Le scene post-credit sono ben due, quindi vi consigliamo di restare seduti fin, davvero, all’ultimo…

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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