“Three identical strangers”: tra commedia e horror, una storia vera

Il documentario di Tim Wardle, presentato a Roma, prende spunto dalla vicenda dei "Triplets"

Un film di Tim Wardle. Con Silvi Alzetta-Reali, Eddy Galland, Ron Guttman, David Kellman, Andrew Lovesey. Documentario, 96′. USA 2018

La storia, vera, è quella di Robert Shafran, David Kellman ed Edward Galland, tre celebrities degli anni Ottanta che raggiunsero la fama globale grazie alla loro incredibile storia familiare: gemelli separati alla nascita, si sono incontrati a 19 anni quando uno di loro si iscrisse, per caso, allo stesso college frequentato dal fratello Una storia surreale, ricostruita attraverso fotografie, filmati e documenti originali, che nasconde tuttavia un segreto inconfessabile. Una favola che presto si tinge di tinte dark, una storia vera ai confini della realtà che esplora l’anima oscura della scienza e la dialettica tra natura e cultura.

 

Il dibattito Nature VS Nurture, ovvero la contrapposizione tra natura, intesa come eredità individuale e patrimonio genetico, e ambiente, ovvero cultura ed esperienza, da sempre ha attirato gli scienziati. Cos’è a rendere una persona quella che è, i geni oppure l’ambiente e il modo in cui viene cresciuta?

È a partire da questa domanda che si sviluppa anche il documentario “Three identical strangers” di Tim Wardle, presentato alla Festa del cinema di Roma, che prende spunto per la sua analisi da una storia vera, che ebbe grande risonanza negli anni ’80, quella dei “Triplets”.

Sconvolgente, toccante e sorprendente, il film inizia come una commedia, una storia da tabloid esilarante e persino un po’ frivola. Lentamente, però, scivola in acque decisamente più scure, quelle dell’orrore e poi della tragedia.

Il regista gioca con la materia che racconta come se fosse dinanzi a un giallo-thriller, svelando solo poco a poco i pezzi del puzzle. Il montaggio e la stimolazione sono riuscitissime, tanto che, anche se non si è particolarmente amanti dei documentari, questo riesce comunque a catturare l’attenzione.

Wardle non abbandona mai i suoi personaggi e si prende sempre il tempo per tornare a Bobby, Eddy e David, che sono il cuore di questa storia. Questo è particolarmente importante quando il film inizia a coinvolgerci in un altro viaggio: quello avvincente e straziante di tre innocenti le cui vite sono diventate esperimenti per gli scienziati.

Con le sue drammatizzazioni frequenti e il montaggio rapido, “Three identical strangers” è una storia ammonitrice su come la scienza e la ricerca possano perdere di vista l’umanità. Un film scioccante, elettrizzante e selvaggiamente divertente, ma anche incredibilmente commovente, che lascia con alcune domande che non svaniscono una volta usciti dalla sala.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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