“Three nights a week”: un dramma romantico imperfetto tra le drag

Il film d'esordio di Florent Gouëlou parte da uno spunto interessante ma deraglia in corsa

Un film di Florent Gouëlou. Con Pablo Pauly, Romain Eck, Hafsia Herzi, Harald Marlot. Titolo internazionale: Three Nights A Week. Drammatico, 103′. Francia 2022

Il 29enne Baptiste ha una relazione con Samia, quando incontra Cookie Kunty, una giovane drag queen della vita notturna parigina che immediatamente lo affascina. Inizialmente motivato dall’idea di realizzare un progetto fotografico su di lei, Baptiste entra in questo nuovo mondo e finisce per intraprendere una relazione con Quentin, il giovane che si cela dietro la drag queen.

 

Al cuor non si comanda, recita il detto. Le regole dell’attrazione sono misteriose e potenti quanto inspiegabili.

Nonostante la mia personale resilienza a certi tipi di cambiamenti, è ormai chiaro che la sessualità non si possa più racchiudere all’interno del classico binomio contrapposto maschio/femmina. I generi sono molteplici e rischiano di mandare ai matti anche chi, responsabilmente, desidera essere aggiornato sul tema.

La stessa grammatica è stata forzata per non mortificare le sensibilità di chi non si sente rappresentato da un pronome singolare in favore di un più rassicurante, per quanto forse caotico, “loro”.

Fatta la premessa, passiamo ai fatti. Confesso di aver avuto qualche difficoltà nel trovare la chiave di lettura giusta per valutare l’opera prima “Three Nights a Week”, film di apertura della Settimana della Critica 2022.

Non possedendo una solida conoscenza del mondo delle drag queen, ad eccezione di alcune figure stereotipate dei romanzi o immagini di celebri film, non mi è apparso subito chiaro quale fosse il focus narrativo ed emozionale ricercato in fase di scrittura e poi nella rappresentazione sulla scena da Florent Gouëlou.

“Three Nights a Week” è stato costruito con l’ambizione di tenere insieme dramma romantico e universo drag, con l’aggiunta del sempre verde triangolo amoroso, elemento tanto caro alla cinematografia francese.

Sulla carta l’idea aveva un senso, ma sfortunatamente questa si è concretizzata in un intreccio forzato, prevedibile e stereotipato, almeno sul versante romance. L’improvvisa attrazione di Batpiste (Pauly) verso la drag Cookie (Eck) appare poco credibile, non giustificata o supportata dai fatti e dall’evoluzione dei personaggi.

La curiosità e il desiderio di conoscere e sperimentare, che dovevano rappresentare la miccia dell’avvicinamento tra i due, sono banalizzati. Baptiste sembra indeciso più che entusiasta.

Ben rappresentato, invece, il mondo delle drag queen parigine, frizzante, colorato, rumoroso, dove teatralità collettiva e unicità introspettiva si alternano con efficacia e sensibilità. I passaggi dedicati a Cookie e agli personaggi sono convincenti sul piano visivo, narrativo e stilistico, e offrono allo spettatore una prospettiva fresca e inusuale sul tema.

Se il triangolo amoroso che vede coinvolti Batpiste, la fidanzata Samia e Cookie/Quentin non buca lo schermo, restando prigioniero dei soliti cliché, sorprende invece positivamente Romain Eck nel ruolo di Cookie/Quentin, gentile quanto ambizioso e desideroso di vivere una doppia vita in modo libero.

Al di là dell’ottima prova dell’attore, “Three Nights a Week” resta nel complesso un film incompiuto e imperfetto, che almeno riesce a far riflettere anche lo spettatore più conservatore – e per questo merita una visione.

 

Il biglietto da acquistare per “Three Nights a Week” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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