“Thunder Force”: un cinecomic al femminile spuntato e prevedibile

Melissa McCarthy e Octavia Spencer faticano nel film di Ben Falcone disponibile su Netflix

Un film di è Ben Falcone. Con Melissa McCarthy, Octavia Spencer, Jason Bateman, Pom Klementieff, Melissa Leo. Azione, commedia. USA 2021

Nel 1983 un raggio cosmico colpisce la Terra, mutando il DNA solo di persone predisposte alla sociopatia. Questo porta a un incremento della criminalità… con superpoteri. I genitori di Emily Stanton, genetisti specializzati nella ricerca sulla mutazione, vengono uccisi, e così la giovane è costretta a vivere con la nonna. A scuola conosce Lydia, con cui stringe una profonda amicizia. Negli anni il legame tra le due si fa sempre più solido, finché contrasti e differenze non le portano a separarsi. Anni dopo, il prodigioso siero inventato da Emily verrà accidentalmente iniettato nel corpo della sua ex-migliore amica. Le due dovranno allora fare squadra, per combattere il male nelle strade di Chicago.

 

Che “Thunder Force”, disponibile su Netflix, corresse il rischio di essere un film deludente o pasticciato era chiaro a partire dalla sinossi – con la sociopatia che viene presentata come sinonimo di criminalità e l’insistenza, anche eccessiva, sull’amicizia tra due donne non esattamente rispondenti ai “canoni di bellezza”. 

Il regista Ben Falcone, ambiziosamente, voleva realizzare una commedia di supereroi al femminile sulla scia di due celebri saghe degli ultimi anni, “Deadpool” e “I Guardiani della Galassia”. Purtroppo, fin dalle prime scene, è chiaro che all’idea di base non corrispondono una struttura narrativa e un intreccio adeguati.

La brillante Emily e la sfrontata Lydia diventano amiche ai tempi della scuola, litigano furiosamente all’università e si ritrovano da adulte, quando la prima è diventata una famosa genetista e la seconda un’operaia. Quando entrambe sviluppano dei superpoteri – forza sovrumana e invisibilità – decidono di combattere “i cattivi” insieme. 

Gli elementi tipici del cinecomic ci sono tutti: due persone normali che si ritrovano a dover gestire poteri straordinari, un villain da sconfiggere, azione e ironia. Quello che manca, se mai, è la capacità di gestire in modo originale questo materiale classico. 

“Thunder Force”, purtroppo, è una minestra insipida e mal riscaldata di clich, luoghi comuni e battute, che alla lunga mostra i limiti di una sceneggiatura essenzialmente al traino del talento delle protagoniste.

Melissa McCarthy e Olivia Spencer sono costrette a caricarsi sulle spalle il peso dell’intero film, e pur formando una discreta coppia, faticano a calarsi nei panni dei rispettivi personaggi, appena abbozzati e lontani dalla loro sensibilità umana e artistica.

La McCarthy nasce come attrice comica, ma paradossalmente qui ha calcato troppo la mano su questo aspetto, risultando spesso fastidiosa e fuori contesto. Olivia Spencer, invece, dopo aver conquistato il meritato successo con ruoli seri, fa fatica in questa versione più “leggera”. La sua Emily appare forzata, priva d’identità.

Se i personaggi principali stentano, i cosiddetti “secondari” funzionano e divertono, salvando il film dal disastro completo. Jason Bateman come uomo-granchio è esilarante; il villain di Bobby Cannavale, The King, grottesco ma anche divertente nella sua crudeltà.

“Thunder Force”, insomma, fatta eccezione per pochi lampi attoriali e un paio di convincenti passaggi, è un film bruttarello e noioso, inutile in poche parole.  Falcone pensava di poter riscrivere il genere cinecomic, ma ha dimostrato di non possedere i (super)poteri necessari. Peccato.

 

Il biglietto da acquistare per “Thunder Force” è:
Nemmeno regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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