“Torna a casa, Jimi!”: un’opera prima fresca, stravagante e matura

Vincitore al Tribeca Film Festival, il film di Marios Piperides racconta il presente con grande ironia

Un film di Marios Piperides. Con Adam Bousdoukos, Vicky Papadopoulou, Toni Dimitriou, Özgür Karadeniz, Fatih Al. Commedia, 92′. Cipro 2018

Nessun animale, pianta o prodotto può essere trasferito dall’area greca di Cipro a quella turca e viceversa. Così dice la legge. E quando Jimi, il cane che lo spiantato musicista Yiannis aveva comprato con la sua ex, attraversa accidentalmente la zona cuscinetto dell’ONU (quella che divide le due parti dell’isola), bisognerà fare di tutto per riportarlo indietro. Anche se questo, per il casinista Yiannis, significherà ritardare i suoi piani di emigrare verso nuove opportunità. Riprendersi il cane, però, è un’impresa omerica.

 

Opera prima del regista Marios Piperides, vincitore, con merito, del premio come miglior film al Tribeca Film Festival, “Torna a casa, Jimi!” è una commedia che affronta un tema delicatissimo e attuale come quello dei confini. affronta con il linguaggio della commedia il difficile tema dei confini, delle identità spezzate e dell’attuale divisione di Cipro, iniziata dopo l’invasione turca nel 1974.

A Nicosia, l’ultima capitale divisa in due del pianeta, la legge prevede che nessun animale, pianta o prodotto possa essere trasferito dall’area greca di Cipro a quella turca, e viceversa. Così, quando il cane Jimi attraversa accidentalmente la zona cuscinetto creata dall’ONU, il suo padrone Yiannis (Bousdoukos) si trova davanti a una bella gatta da pelare, per riportarlo a casa.

Partendo dalla cronaca, Piperides costruisce una commedia “di frontiera”, dove le leggi diventano paradossi per raccontare la realtà che vivono gli abitanti di Cipro dal 1974. Le strade disseminate di macerie di Nicosia sono una location accattivante per il film e il numero di scene notturne conferiscono quasi un tocco noir alla pellicola.

I notiziari radiofonici raccontano i tentativi di trovare un accordo di pace tra Grecia e Turchia, e le continue battute rivelano l’animosità che serpeggia tra coloro che sono vittime di un’occupazione che dura da oltre quarant’anni. Questa dimensione politica non è mai esagerata, ma serve a spiegare le tensioni locali latenti, il senso di identità compromesso e le delusioni dei personaggi.

Commedia rock dall’ironia sottile, “Torna a casa, Jimi!” racconta in modo intelligente surreali meccanismi diplomatico-burocratici, senza mai dimenticare il messaggio di libertà e cooperazione che intende veicolare. Un film amaro, sì, ma anche ottimista.

 

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