“Trafficante di virus”: la storia di una ricercatrice travolta da un’inchiesta

Anna Foglietta è intensa e convincente, ma il film di Costanza Quatriglio ha diversi limiti

Un film di Costanza Quatriglio. Con Anna Foglietta, Michael E. Rodgers, Andrea Bosca, Roberto Citran, Paolo Calabresi. Drammatico. Italia 2021

Irene Colli è una ricercatrice di altissimo livello che lavora per prevenire la possibile diffusione di un’epidemia derivata dal salto di specie fra gli animali e l’uomo. La sua dedizione al lavoro è tale che un possibile compagno di vita chiude il suo rapporto con lei sentendosi invisibile. Per contro, il team di scienziati che la circonda lavora instancabilmente al suo fianco per ottenere i risultati sperati, che non tardano ad arrivare sotto forma di un marker fondamentale per sviluppare un vaccino contro l’aviaria, già transitata dai polli agli esseri umani. Ma Irene incontra continui ostacoli lungo il cammino: il capo dell’azienda per cui lavora non le riconosce nulla, e investe altrove i fondi che lei ha faticosamente recuperato dall’Europa per un laboratorio all’altezza delle sue ricerche; e un giornalista investigativo conduce un’indagine che mira ad attribuirle la responsabilità di un traffico illegale di vaccini e di virus.

 

Presentato fuori concorso al Torino Film Festival e da oggi disponibile su Prime Video, trasposizione dell’autobiografia della virologa italiana Ilaria Capua, “Trafficante di virus” costruisce una storia che partendo da una donna, Irene Colli, ricercatrice di alto profilo che lavora per prevenire la diffusione di un’epidemia, racconta poi le difficoltà che molte donne incontrano lavorando in ambito scientifico.

Procedendo per ellissi temporali, dal 2016 fino al 1999, Costanza Quatriglio tratteggia un ritratto complesso, affidandosi però a un racconto talmente convenzionale che finisce quasi per dimenticare la sua protagonista per riflettere solo sul tema più generale del ruolo della donna nella società.

Anna Foglietta, che interpretare la protagonista, regala comunque al pubblico una delle sue migliori interpretazioni: combattiva, intuitiva, estremamente preparata, la sua Irene non perde mai di umanità e credibilità.

La parte più interessante del racconto è sicuramente l’iter giudiziario della protagonista, che in seguito all’indagine di un giornalista investigativo viene indagata per traffico illegale di vaccini e di virus. Un fatto di cronaca italiano raccontato da un punto di vista molto soggettivo, forse troppo. 

Formale nella sceneggiatura e nella regia, “Trafficante di virus” è un film ricco di spunti su scienza, etica e giustizia. La fotografia alterna costantemente toni caldi e freddi per rappresentare lo stato emotivo della protagonista. Che diventa tramite per parlare di tante altre donne di scienza, impegnate in prima linea ma spesso dimenticate.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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