Tutta colpa della mia impazienza, Virginia Bramati

Dopo le prime quindici pagine di “Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)” il mio pensiero è stato: ma perché tutta questa ironia forzata? Non bisogna far ridere a tutti i costi…

Un pensiero che sono riuscita a scacciare dalla mia mente solo nel momento in cui ho potuto conoscere personalmente Virginia Bramati, alla sede della casa editrice Giunti, e scambiare con lei quattro chiacchiere sul suo ultimo romanzo.

Quell’ironia, che io ho trovato a volte fuori luogo, fa parte al 100% dell’autrice. Virginia è proprio così: in ogni sua frase c’è quel pizzico di umorismo che non può non farti sorridere. È una donna che ha saputo ridere sempre, nel bene e nel male, e questa spensieratezza riesce a metterla anche nero su bianco nei suoi romanzi.

Ecco che, per l’ennesima volta, mi convinco che l’apparenza inganna e che bisogna avere sempre la capacità di andare oltre. Quindi stop.

Dopo l’incontro con Virginia Bramati alla presentazione del suo ultimo libro, sono tornata a casa e ho ricominciato a leggere il romanzo dalla primissima pagina e tutto ha avuto un sapore diverso.

 

BRIANZA MON AMOUR

Per godersi una romantica storia d’amore bisogna sempre volare lontano: New York, Londra, Parigi. Questa volta l’autrice ha scelto di accorciare le distanze, accompagnandoci nella splendida e verdeggiante Brianza.

Un posto a me molto caro – perché sono nata e cresciuta proprio qui –, un po’ meno alla protagonista del libro, Agnese, che si trova improvvisamente a vivere una vita che non vuole, al rallentatore.

Agnese infatti è una ragazza di 19 anni piena di voglia di fare: è giovane, forte, a volte irriverente. Ma soprattutto è impaziente!

Sono nata con due mesi di anticipo, odio i tempi morti, sono fisicamente allergica ai giochi di pazienza e adoro il tasto fast forward.

“Come sempre mi affeziono tantissimo ai personaggi che creo – confessa l’autrice durante il nostro incontro – e Agnese l’ho amata fin da subito perché è la ragazza che tutte vorremmo essere state o che portiamo nel cuore”.

Ma perché proprio in Brianza doveva vivere questa giovane donna? Non era letterariamente più allettante un posto più cool? Che so, una metropoli?

“La voglia di scrivere e ambientare il mio ultimo romanzo in Brianza è nata da un simpatico episodio – ci svela l’autrice. – Stavo leggendo un quotidiano quando mi sono imbattuta in una notizia a dir poco ridicola, almeno per me che vivo fuori città. C’era una bellissima foto di una magnolia fiorita a Milano in primavera, ed era quella la notizia. Una stranezza per me che sono sempre stata circondata da alberi e fiori, e anche per i brianzoli”.

 

RIDERE, PIANGERE… WHAT ELSE?

Virginia Bramati potrebbe essere definita la scrittrice della porta accanto perché, a parlarci, ti sembra di chiacchierare con un’amica di lunga data, che ti sta raccontando una storia di famiglia o le avventure della figlia.

C’è sapore di casa nei suoi romanzi e ce lo conferma lei stessa: “Le mie storie nascono da episodi che ho vissuto personalmente, che poi io arricchisco con la giusta dose di finzione. Tutte sono state, o hanno conosciuto, una ragazza come Agnese, hanno avuto grandi amori come Adelchi e sono state bacchettate da una zia perbenista… o no?”.

Sì, Virginia Bramati ha decisamente fatto centro anche perché è stata molto abile a passare dallo stile ironico a quello più emotivo e sentimentale in poche pagine, creando un mix che cattura e coinvolge il lettore.

Si ride, si piange e… sì, non manca più nulla.





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