“Tutto può accadere a Broadway”: una commedia che ricorda Woody Allen

Una girandola frenetica di micro-storie, dialoghi brillanti e un cast vivace che tutto sommato funziona

Un film di Peter Bogdanovich. Con Imogen Poots, Jennifer Aniston, Kathryn Hahn, Owen Wilson, Rhys Ifans, Will Forte. Commedia, 93′. USA, 2015

Isabella “Izzy” Patterson, in arte Glo, è una ragazza di Brooklyn che coltiva il sogno di recitare e nel frattempo arrotonda lavorando per un’agenzia di ragazze squillo. Durante un appuntamento in una suite d’albergo, s’imbatte in Arnold Albertson, regista affermato, disposto ad offrirle trentamila euro perché abbandoni quel mestiere e realizzi se stessa. Poco dopo, senza che né Izzy né il suo benefattore potessero prevederlo, eccola al suo primo provino, a concorrere per la parte di una squillo nella nuova pièce teatrale di Albertson stesso, fianco a fianco con sua moglie, l’attrice Delta Simmons, e il di lei storico partner sulla scena (e pretendente nella vita) Seth Gilbert.

 

Ogni favola che si rispetti, per essere tale, deve avere un lieto fine e una morale. Il teatro è il luogo perfetto per raccontare la complessa natura umana. Immaginate di fondere insieme questi due assiomi e avrete un’idea di cosa sia “Tutto può accadere a Broadway”.

Distribuito in Italia con un anno di ritardo rispetto agli Stati Uniti, lo spettatore entra in questa favola moderna ambientata a New York, un cortocircuito di parole e verità che rivelano via via le debolezze e le nevrosi dei personaggi, evocando lo stile e soprattutto le atmosfere dei film di Woody Allen.

Una girandola frenetica e convulsa di micro-storie che rendono l’intreccio narrativo, seppur ben scritto e frizzante, a tratti caotico. Si ha difficoltà soprattutto a capire quale sia il fil rouge che tiene insieme il tutto. I dialoghi sono comunque ariosi, ironici, vivaci, ben costruiti e ben recitati.

La regia è creativa, brillante, pungente e abile nel costruire una commedia dai toni surreali e a tratti grotteschi, senza mai perdere il controllo delle operazioni. Il difetto strutturale, come abbiamo accennato, sta tutto nel fatto che gli autori non sono riusciti a creare un visione d’insieme coesa.

Lo spettatore si gode le singole scene e la bravura degli interpreti, ma il cast preso insieme funziona poco. Ognuno è bravo a portare in scena il suo personaggio e a dargli una cifra comica importante e nello stesso tempo una sua credibilità, ma ognuno resta una realtà a sé, lontana dagli altri.

Non si può non spendere comunque una parola in più per Jennifer Aniston, che nel ruolo della nevrotica psicoterapeuta regala una performance davvero esilarante e pungente. Il suo è probabilmente il personaggio più riuscito e capace di bucare lo schermo della pellicola.

Il finale, poco razionale e frettoloso, mostra chiaramente i limiti narrativi del film, ma ciò nonostante non riesce a togliere allo spettatore il buon umore e la sensazione di aver assistito a una favola diversa dal solito, una favola che solo Broadway e New York possono regalare.

 

Il biglietto da acquistare per “Tutto può accadere a Broadway” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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