“Un semplice caso di infedeltà”: recensione del libro di J. Winspear

Neri Pozza pubblica la prima inchiesta di Maisie Dobbs, nell'Inghilterra degli anni '20 e '30

È uscito in Italia per Neri Pozza l’8 luglio Un semplice caso di infedeltà di Jacqueline Winspear, primo di una serie di gialli ambientati negli anni Venti e Trenta del Novecento. Protagonista, la detective privata – e psicologa, come si legge sulla sua targa – Maisie Dobbs.

Nel 1910 la tredicenne Maisie prende servizio come cameriera in una elegante dimora di Belgravia. La moglie di Lord Julian Compton, Lady Rowan, una fervente suffragetta, non tarda a rendersi conto che la ragazzina possiede una mente eccezionale, un’intelligenza così brillante da meritare più dell’angusto destino che il lavoro domestico potrebbe riservarle. Nulla di meglio, dunque, che indirizzarla presso l’amico Maurice Blanche, uno degli investigatori preferiti dall’élite europea del tempo. Un utile apprendistato prima di tentare di accedere al prestigioso Girton College di Cambridge.

Lo scoppio della guerra, però, muta radicalmente le cose. Maisie si forma come infermiera e parte per la Francia, dove l’orrore non lascia scampo a niente e nessuno, nemmeno a lei. Rientrata in Inghilterra, nel 1929 la giovane donna decide di rilevare l’attività di Blanche e mettersi in proprio come investigatrice privata.

Il suo primo caso, tuttavia, appare di poca rilevanza: il commerciante Christopher Davenham le chiede di indagare sulla presunta infedeltà della moglie Celia. Dopo tutto il tirocinio, tutti gli studi e i successi con Maurice, quel “semplice caso” di adulterio pare a Maisie un affronto. Ma la giovane investigatrice non si tira indietro. Maurice le ha insegnato a non dare nulla per scontato, e così ecco che, pedinando Celia Davenham, Maisie si ritrova nell’ultimo luogo in cui avrebbe pensato di trovarsi: il cimitero di Nether Green, dinnanzi a una lapide con inciso un nome e null’altro. 

Un semplice caso di infedeltà” – primo di una serie che conta, al momento, ben 16 titoli – si inserisce a pieno titolo nelle belle storie gialle e storiche con protagonisti femminili che la Neri Pozza ama pubblicare. Chi ama “I delitti Mitford” di Jessica Fellowes oppure “Le indagini di Perveen Misry”, per fare due esempi, non potrà non lasciarsi catturare.

Al di là della storia – oggettivamente abbastanza semplice – e della protagonista – ben caratterizzata e credibile, nonostante nella presentazione la si accosti a due pezzi da novanta del genere come Sherlock Holmes e Lisbeth Salander – quello che mi ha colpita è stata soprattutto l’ambientazione. 

Se gli anni ’30 e ’40 sono molto gettonati, nella letteratura contemporanea, con decine e decine di libri ambientati (poco) prima o durante il Secondo conflitto mondiale, non si può dire lo stesso della Grande guerra. Gli anni ’10 del Novecento sembrano non suscitare negli autori la stessa fascinazione… il che è un peccato, perché la drammaticità del periodo e la sua carica emozionale meriterebbero sicuramente maggior fortuna.

La Winspear va in un certo senso controcorrente, e in questo romanzo giustappone il “presente” di Maisie (1929) con il suo passato, concentrandosi in modo particolare sull’esperienza del campo di battaglia, sul lavoro di infermiera, sulla Francia. Le pagine dove si raccontano le partenze dei soldati, la vita in trincea, la sofferenza sono veramente toccanti. E danno grande spessore alla storia. 

Per il resto, “Un semplice caso di infedeltàgetta le basi per futuri sviluppi – e quanti, sviluppi, visto che in lingua originale sono usciti sedici romanzi! -, facendoci entrare in confidenza con i personaggi e le loro vite. E lasciandoci con il desiderio di unirci ancora a loro, per risolvere altri casi e misteri. 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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