Unioni civili: un bicchiere mezzo pieno

di Mauro Biancadoro

 

11 Maggio 2016. Giornata storica per gli italiani che vedono approvare dal Parlamento il disegno di legge “Cirinnà” sulle unioni civili.

Il testo prevede l’introduzione di un istituto giuridico che va a riconoscere l’esistenza della coppia omosessuale dinanzi alla legge quale “specifica formazione sociale”. Ai sensi di questa norma posso contrarre un’unione civile “due persone maggiorenni dello stesso sesso”, facendo una dichiarazione pubblica dinanzi a un ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni.

Unioni civili

La portata storica della legge è data dal fatto che, tale istituto, consente alle coppie omosessuali di acquisire i diritti e assumere gli obblighi già riconosciuti alle coppie sposate. Se da un lato, infatti, con l’unione civile le parti acquisiscono il diritto alla pensione di reversibilità, quello alla successione nonché quello agli alimenti nei casi previsti dalla legge, dall’altro la coppia assume l’obbligo all’assistenza morale e materiale, alla coabitazione e alla contribuzione.

Tuttavia, nonostante questo enorme passo avanti in tema di parità di diritti, c’è chi parla di “legge al ribasso” in quanto non compare, nella norma, alcun riferimento all’obbligo di fedeltà e alla “stepchild adoption”, cioè l’adozione dei figli del partner.

Il dovere di fedeltà vincola ciascun coniuge a creare un rapporto affettivo esclusivo con l’altro, rapporto funzionale alla realizzazione dell’unità familiare. Viola pertanto il dovere suddetto lo sposo che intrattiene un legame affettivo che, per intensità e caratteristiche, è tipico del rapporto matrimoniale con persona diversa dal coniuge.

Con la mancata previsione dell’obbligo di fedeltà nella disciplina delle unioni civili, la “specifica formazione sociale” prevista dalla norma viene a snaturarsi, legittimando qualsiasi tradimento. Il legame affettivo perde di importanza, facendo sì che una legge dagli intenti egalitari non raggiunga del tutto l’obiettivo prefissato dai sostenitori della riforma.

Nonostante questo, è innegabile la portata storica del momento che stiamo vivendo. Dopo la nascita di centinaia di associazioni LGBT, dopo migliaia di manifestazioni, dopo anni di lotte per i diritti degli omosessuali, l’esigenza di uguaglianza nel nostro Paese era tale da non poter più far finta di nulla. Proprio per questo, analizzando i pro e i contro di questa legge, non possiamo che guardare il bicchiere mezzo pieno e affermare che l’Italia, oggi, è un paese più giusto.





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