“What if…?”: la Marvel sperimenta con gli infiniti universi narrativi possibili

Nove episodi che sembrano sconnessi ma poi si legano per un esperimento mirabolante e riuscito

Una serie ideata A.C. Bradley, diretta da Bryan Andrews. Animazione, avventura, fantascienza.
USA. 2021-in produzione

 

Nove episodi da trenta minuti l’uno, tutti con un interrogativo comune di base: E se…?. “What If..?” è un esperimento animato di casa Marvel, definito canon (quindi parte dell’MCU).

Perché è un esperimento, ve lo spiego subito. Si tratta di un gioco: un narratore totalmente esterno dalla narrazione, l’Osservatore, si ritrova a scrutare universi possibili altri rispetto a quello che conosciamo dai film Marvel.

Nel primo episodio non vediamo la nascita di Captain America ma di Captain… Carter; nel secondo T’Challa è StarLord, nel terzo Vedova Nera investiga su un nemico invisibile dello SHIELD, nel quarto Doctor Strange perde il suo amore e percorre una china oscura. Nel quinto c’è un’epidemia zombie, nel sesto Killmonger salva Tony Stark in Afghanistan, nel settimo Thor è figlio unico e organizza una festa sulla Terra, nell’ottavo Ultron vince e nel nono… be’, il nono è il coronamento di tutto.

Abbiamo parlato di esperimento, e infatti gli sceneggiatori giocano con gli universi narrativi possibili, cambiando piccoli dettagli, portando personaggi alla ribalta e altri nell’oscurità. Un gioco di carte e un tentativo di stravolgere il linguaggio. Le storie diventano molte, infinitamente imprevedibili e, fin dall’iniziale discorso nella sigla ricorrente, l’Osservatore si pone come ombra che può testimoniare tutto ma intervenire su nulla. Finché… da qui ci saranno molti spoiler, temo.

Dunque, inizialmente percepiamo ogni episodio come a sé stante, legato agli altri soltanto da questa presenza invisibile che vede tutto. Ma poi, nel settimo, ecco un finale aperto: l’arrivo di Ultron e dei suoi robot con le gemme dell’Infinito e il corpo di Visione. L’Osservatore, così come lo spettatore, è stupito e confuso – per la prima volta.

L’ottavo episodio, lo capiamo subito, è connesso al precedente e racconta di come Ultron abbia vinto dopo gli eventi di “Age of Ultron” e gli unici Avengers (e umani) superstiti siano Vedova Nera e Occhio di Falco. Natasha e Clint combattono fianco a fianco – seppure il secondo abbia perso ogni motivazione per farlo – e scoprono un archivio Hydra in cui Armin Zola ha nascosto una copia della sua intelligenza. Con il suo aiuto scaricano un potentissimo virus e pianificano di installarlo in Ultron, se non che Clint si sacrifica per l’amica – in una sequenza toccante gemella del sacrificio di Natasha in “Endgame”.

Ma c’è di più: Ultron si accorge della presenza dell’Osservatore – finora solo Dark Strange lo aveva percepito – e sfonda la barriera del multiverso per stanarlo e affrontarlo, assetato del suo potere e affascinato dalla scoperta degli infiniti universi possibili. Alla fine dell’episodio, salvo per un pelo, l’Osservatore si rivolge al Dark Strange della quarta puntata, segnando la connessione con tutti gli episodi precedenti.

Nell’episodio nove, il conclusivo, l’Osservatore recluta una squadra dei migliori del Multiverso per fermare Ultron: Captain Carter, T’Challa StarLord, Gamora, Killmonger, Thor e Dark Strange, ovviamente. Alla squadra si unisce anche la Vedova Nera dell’episodio otto, e verrà schierata anche Wanda zombie dell’episodio cinque per un cameo delizioso.

Ma torniamo al nostro esperimento. Non trovo affatto casuale la scelta di Ultron, tra tutti i villain possibili da schierare in questa faida del multiverso. Il robot del secondo Avengers è mosso da una profonda curiosità, quasi innocente. Inizialmente è confuso, perso tra tutte le informazioni che assimila una volta online. Poi, inevitabilmente, calcola una soluzione alla cattiveria umana come farebbe una macchina, prendendo le dagli uomini e decidendo di annientarli. Ma Ultron è affascinante dall’Osservatore e dal multiverso.

Il multiverso, sì, terreno su cui la Marvel ha palesemente intenzione di giocare a lungo (pensiamo a quanto visto nelle serie “Loki” e “WandaVision” ma anche a progetti in arrivo come “Spider-Man: No Way Home” e “Doctor Strange: Multiverse of Madness”). Dal punto di vista della sceneggiatura è una grande opportunità. Certo, è impossibile esplorare tutti i mondi possibili, ma “What if…?” è un ottimo e riuscito esperimento, in questo senso. 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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