“When we rise”: su Sky la storia del movimento per i diritti LGBT

Dustin Lance Black, regista di "Milk", dirige una mini-serie in quattro parti, tra diritti, violenza e storia

di Dustin Lance Black. Con Guy Pearce, Mary-Louise Parker, Rachel Griffiths, Ivory Aquino, Carrie Preston, Whoopi Goldberg, Rosie O’Donnell. Mini-serie, docu-drama. Stati Uniti, 2016, 8×45′

 

La miniserie in quattro parti, prodotta da Gus Van Sant, e diretta dal premio Oscar per “Milk” Dustin Lance Black, “When we rise”, arriva, in prima tv, su Sky Cinema Uno. Appuntamento ogni martedì alle 21.15 a partire dal 3 ottobre.

Al centro del racconto le battaglie politiche e personali, l’arduo percorso e l’ascesa del movimento LGBT americano, visto attraverso le storie vere di uomini e donne, delle loro famiglie, dai moti di Stonewall nel 1969 fino ad oggi.

La sensazione predominante dopo la visione della prima parte – presentata in anteprima al RomaFictionFest 2016 – è di avere davanti un minestrone riscaldato di storie e riflessioni già viste e digerite sia in Tv che al cinema.

Sebbene sia giusto raccontare quanto sia stato difficile per queste persone, spesso vittime di pregiudizi e soprusi, uscire dall’anonimato, la serie ideata da Black non aggiunge nulla di nuovo e originale sul tema.

“When we rise” è un progetto patinato, freddo, a tratti autoreferenziale, che non buca lo schermo. Le avventure dei quattro protagonisti non riescono a creare un ponte emotivo con lo spettatore, generando solo un tenue e pallido pathos.

Anche il ritmo risulta blando, lento per non dire statico, e questo contribuisce a disturbare lo spettatore e impedire una visione spontanea, naturale, coinvolta.

A mio modesto parere è stato più interessante vedere il criticato “Stonewall” di Roland Emmerich (la recensione su Parole a Colori) che questa serie.

Dustin Lance Black ha creato “When we rise” per mostrare al mondo la sua idea di famiglia, sperando di farla apprezzare anche ad altri. Se gli si chiede quale sarebbe il suo primo atto da Presidente degli Stati Uniti sul tema dei diritti civili, risponde che garantirebbe un equo salario a uomini e donne, un provvedimento che genererebbe diritti e certezze che ancora oggi in molti Stati americani sono una chimera.

Le battaglie per la comunità LGBT sono ancora tante, ma resistere alla proiezione della prima parte della miniserie è stata una dura sfida per il vostro teledipendente, che ha dimostrato uno stoicismo davvero degno di nota.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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