“Wolfwalkers”: un film d’animazione bello, coinvolgente e attuale

Tomm Moore e Ross Stewart chiudono la "trilogia irlandese" con una storia di amicizia

Un film di Tomm Moore, Ross Stewart. Con Honor Kneafsey, Eva Whittaker, Sean Bean.
Animazione, 103′. Irlanda, Stati Uniti 2020

Robyn, giovane apprendista cacciatore, viaggia con il padre in Irlanda per aiutare a cacciare l’ultimo branco di lupi. Tutto cambia quando Robyn salva Meth, una ragazzina dallo spirito libero che appartiene a una misteriosa tribù, e diventa sua amica…

 

Leggendo le recensioni dei colleghi d’oltreoceano si sarebbe tentati di pensare che “Wolfwalkers”, presentato al Toronto e al London Film Festival e disponibile in streaming su AppleTV, sia il miglior film d’animazione dell’anno.

Potrebbe anche essere, ma bisogna considerare prima di tutto che nel 2020, causa Covid, la concorrenza non è stata molta. I cartoon usciti in sala si contano sulle dita di una mano, e le case di produzione hanno preferito quasi tutte puntare sullo streaming secco (vedasi il caso “Soul”).

In generale, io consiglio sempre cautela prima di gridare al capolavoro, di qualsiasi genere questo sia. “Wolfwalkers”, nello specifico, è sicuramente un bel film – che completa la trilogia irlandese dei registi Tomm Moore e Ross Stewart – ma non esente da criticità narrative e limiti strutturali.

La storia di amicizia, sorellanza e magica mescolanza tra Robyn e Meth è il cuore pulsate dell’intreccio, trasmette al pubblico emozioni e sorrisi, oltre a offrire passaggi narrativi di grande pathos. Un legame sincero e profondo, quello tra le protagoniste, capace di superare barriere e pregiudizi, e far cambiare idea a Robyn su chi siano i veri nemici.

Tomm Moore e Ross Stewart si dimostrano ancora una volta fini conoscitori della storia e soprattutto delle tradizioni irlandesi, costruendo una cornice unica quanto equilibrata per la loro storia. La sceneggiatura di Will Collins ci rimanda l’immagine di un Paese affascinante e misterioso, lontano nel tempo eppure quanto mai vivido e reale.

Nonostante lo spettatore venga trasportato nell’Irlanda del 1650, all’epoca della repressione del generale inglese Oliver Cromwell, le questioni affrontate dal film – l’accettazione della “diversità”, il rispetto per la natura – sono attualissime.

“Wolfwalkers” colpisce visivamente, incanta per la delicata colonna sonora, coinvolge emotivamente. Nella seconda parte, però, si nota una certa prevedibilità drammaturgica e lentezza di racconto, frutto forse di un po’ troppo autocompiacimento da parte degli autori. E anche il finale, troppo lungo e per questo meno potente, non è all’altezza di quanto visto in precedenza.

In ogni caso, vista la situazione delle nuove uscite al cinema e la latitanza di Disney e Pixar, che per il 2020 potrebbero abdicare allo scettro di migliori, ci sono buone possibilità che questo sia davvero il film d’animazione dell’anno. Staremo a vedere.

 

Il biglietto da acquistare per “Wolfwalkers” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto*. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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