“Yomeddine”: un buon esordio, con attori non professionisti solo di nome

A.B. Shawky dirige una pellicola narrativamente lineare e semplice ma emozionante e toccante

Un film di A.B. Shawky. Con Rady Gamal, Ahmed Abdelhafiz, Shahira Fahmy, Mohamed Abdel Azim, Osama Abdallah. Drammatico, 93′. Egitto, USA, Austria 2018

Beshay, un lebbroso da molto tempo non più infettivo, non ha mai lasciato il lebbrosario nel deserto egiziano in cui vive fin da quando era piccolo. In seguito alla morte della moglie decide di andare a ricercare suo padre che, dopo aver promesso di tornare a trovarlo, non si era più interessato a lui. Con un carretto trainato da un somaro l’uomo parte ma non può abbandonare Obama, il bambino nubiano orfano di cui si è sempre preso cura. Il viaggio per i due ha inizio.

 

Yomeddine è la traduzione araba del temuto Giudizio Universale cristiano. Il film racconta in modo semplice, intenso, toccante e a tratti ironico il “Giudizio Universale” esistenziale ed emotivo attraversato dall’improbabile e splendida coppia protagonista.

Come lo stesso A.B. Shawky spiega nella sua nota alla regia: “Il film non è incentrato sulla religione, nonostante questa sia onnipresente nella vita di tutti i giorni. Nella convinzione dei fedeli quando arriverà il giudizio universale tutti saranno considerati uguali e ognuno sarà giudicato per le proprie azioni, una nozione importante per i pergonaggi della storia”.

“Yomeddine”, pur essendo una pellicola narrativamente lineare, chiara, essenziale e complessivamente prevedibile, è capace di trasmettere allo spettatore vivide e coinvolgenti emozioni, facendo scattare un’immediata e crescente empatia per la coppia formata da Besay (Gamal) e Obama (Abdelhafiz).

Lo spettatore segue con curiosità, divertimento e grande partecipazione le tappe e soprattutto gli incontri che scandiscono il viaggio dei due. Non si può non rimanere colpiti prima e interrogarsi amaramente poi su come sostegno e solidarietà arrivino alla coppia soprattutto da parte degli emarginati, mentre chi di dovedere cerca di ostacolarli.

“Yomeddine” è un film che scalda e conquista il cuore del pubblico per merito delle straordinarie e convincenti performance dei due interpreti, attori non professionisti solo di nome, che formano una coppia artistica e umana di alto livello.

L’esordio di A.B. Shawky in una pellicola di finzione è assolutamente di valore oltre che d’impatto, chiare le potenzialità registiche e autoriali.

Per qualcuno scoprire le proprie radici e l’affetto della famiglia d’origine è un passaggio fondamentale. Ma come ci insegna il poetico e commovente finale la vera ricchezza sta nel trovare una o più persone pronte ad amarti e proteggerti, senza essere influenzate dall’aspetto esteriore.

 

Il biglietto da acquistare per “Yomeddine” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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