“Amsterdam”: un heist movie esuberante, che pecca di consistenza

Un cast stellare, bellissimi costumi e ambientazioni, ma la storia in quanto tale scricchiola

Un film di David O. Russell. Con Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Chris Rock, Anya Taylor-Joy. Drammatico, 134′. USA 2022

New York, 1933. Il dottor Burt Berendsen e l’avvocato Harold Woodman sono amici fraterni e colleghi di lavoro, dal giorno in cui il generale Meekins li ha fatti conoscere, sul fronte europeo, durante la prima guerra mondiale. Ed è proprio al cospetto del cadavere di Meekins, con ogni probabilità morto per avvelenamento, che i due si trovano a dover nuovamente guardarsi le spalle, perché qualcuno li vuole morti, o per lo meno al fresco. Determinati a vendicare il loro superiore, Burt e Harold finiscono nella ricca tenuta dei Voze, dove incontrano Valérie, ex infermiera di guerra e grande amore di Harold, sparita nel nulla dodici anni prima. Ad Amsterdam, a quel tempo, i tre avevano giurato di proteggersi a vicenda, e ora rinnovano la promessa, mentre si addentrano tra le maglie di una cospirazione che minaccia di far saltare le fondamenta della democrazia americana.

 

Mettendo da parte lo stile spavaldo di “American Hustle” e la bellezza discreta di “Silver Linings Playbook”, con “Amsterdam”, ispirato a una storia vera, David O. Russell vira su un umorismo alquanto fuori dal comune e una logica discutibile.

La storia inizia formalmente nel 1933. Burt Berendsen (Bale) è un medico che gestisce una clinica a New York dove si assistono i veterani della prima guerra mondiale. Berendsen, veterano a sua volta, ha un occhio di vetro e un tutore alla schiena a causa delle ferite riportate durante il conflitto.

Quando l’amico Harold Woodman (Washington) gli chiede di eseguire un’autopsia su un generale deceduto non può sapere che sta per essere trascinato in una storia più grande di quanto pensi. E questo serve anche per approfondire il legame tra Burt e Harold e come la loro strada ha incrociato quella di Valerie Voze (Robbie), un’infermiera e artista.

Progetto difficile da classificare, in quanto ingloba al suo interno commedia, thriller, mistery e cospirazione, “Amsterdam” non riesce nel compito – difficile, bisogna ammetterlo! – di mantenere un equilibrio tra tutte le sue componenti. Le singole scene risaltano grazie alle grandi interpretazioni e ai dialoghi brillanti, ma messe insieme, in uno schema più ampio, risultano slegate.

Nonostante il cast di stelle – da Christian Bale a Margot Robbie, da Anya Taylor-Joy a Robert De Niro – a cui la sceneggiatura lascia tutto il tempo di mettersi in mostra e pavoneggiarsi, il film di Russell lascia allo spettatore soprattutto una sensazione di artificiosità. Man mano che il minutaggio avanza, la visione di “Amsterdam” diventa estenuante, tutto fumo e niente arrosto.

Guardare per oltre due ore alcune superstar della moderna Hollywood con indosso magnifici costumi di scena esibirsi su set ancora più magnifici non è male. Ma sarebbe stato ancora più soddisfacente se tutti questi personaggi avessero potuto anche recitare in una grande storia. E questa, purtroppo, non lo è.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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