“Finalmente l’alba”: un viaggio vertiginoso nella Hollywood nostrana

Saverio Costanzo omaggia la Cinecittà degli anni '50 con un coming of age brillante

Un film di Saverio Costanzo. Con Lily James, Willem Dafoe, Rachel Sennott, Joe Keery, Benjamin Stender. Drammatico, 140′. Italia 2023

Roma, anni ’50. La diciottenne Mimosa si reca a Cinecittà con la sorella per partecipare ai provini delle comparse di un kolossal americano girato all’epoca della Hollywood sul Tevere, e a sorpresa viene scelta per un ruolo minore. La star del film, Josephine Esperanto, prende a cuore l’innocenza della ragazza e la sua estraneità a quel mondo di finzione, e trascina Mimosa con sé in una notte brava attraverso i luoghi della “dolce vita” romana, fra attori hollywoodiani e faccendieri che ronzano attorno al microcosmo del cinema. La ragazza viene catapultata suo malgrado, ma non senza momenti di euforia, in un universo privo di regole (e di scrupoli) animato da narcisismi e rivalità, ma anche da una fame di vita che vede nella nuova arrivata una fonte di linfa vitale. Arriverà l’alba a concludere questa rocambolesca avventura notturna?

 

Almeno una volta nella vita tutti abbiamo sognato di vedere da vicino l’attore/attrice del cuore e di scambiarci qualche parola. Qualcuno si spinge più avanti, aspirando a entrare nel mondo dello spettacolo dalla porta principale…

Tra i periodi d’oro del cinema va sicuramente annoverato quello italiano degli anni ‘50. Diversi kolossal americani furono girati negli studi di Cinecittà, e ogni giorno migliaia di persone si presentavano ai casting, sperando di essere scelti come figuranti in queste produzioni.

L’uomo propone, i capricci di una star decidono, almeno a Cinecittà! È così che proprio un capriccio dell’attrice americana Josephine Esperanto (James) dà il là allo sconvolgimento dell’esistenza tranquilla della 18enne Mimosa (Antonacci), catapultandola prima sul set e poi in una pazza notte romana.

In “Finalmente l’alba” Saverio Costanzo omaggio una stagione ruggente del cinema italiano. Mimosa – interpretata in modo magistrale dalla giovane Rebecca Antonacci, papabile candidata alla Coppa Mastroianni – incarna i sentimenti provati dal regista stesso verso quel periodo: timore, meraviglia, eccitazione, amore.

All’inizio il personaggio si trova come nel Paese dei balocchi, ma col trascorrere delle ore si renderà conto che non è tutto oro quel che luccica – come sempre… Nel corso di questo frenetico coming of age o meglio perdita dell’innocenza, Mimosa diventa grande.

Di Rebecca Antonacci abbiamo già detto. Lily James è nel complesso convincente nel ruolo dell’attrice volubile, capricciosa, seduttrice e invidiosa, che nell’arco di una notte mostra il suo vero volto a una ragazza che mantiene sempre, comunque, la sua dignità.

E alla fine è proprio questo valore – sconosciuto alle stelle dello star system? – che permette a Mimosa di uscire più forte e consapevole da questa avventura romana.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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