“May December”: un gioco di specchi criptico, che svela poco o niente

Grandi nomi dietro e davanti la macchina da presa, per una storia che lascia dubbiosi

Un film di Todd Haynes. Con Natalie Portman, Julianne Moore, Charles Melton, Cory Michael Smith, Charles Green. Drammatico, 113′. USA 2023

Elizabeth è un’attrice di successo che si trasferisce temporaneamente a casa di Gracie Atherton-Yoo, la donna che dovrà interpretare in un biopic. Anni prima Gracie si era trovata al centro di uno scandalo di cui avevano parlato tutti i mass media: moglie e madre esemplare in una cittadina del sud degli Stati Uniti, a 36 anni aveva iniziato una relazione extraconiugale con Joe Yoo, un tredicenne di origine coreana. La relazione era uscita allo scoperto e Gracie aveva lasciato marito e figlio per vivere alla luce del sole la sua storia con Joe, sfidando la disapprovazione dell’ex marito e del figlio, nonché della comunità di Savannah. Joe e Gracie si erano sposati, avevano avuto tre figli e avevano continuato a vivere nella loro cittadina proclamando il loro vero amore. L’arrivo di Elizabeth però farà da cartina di tornasole di tutti i problemi rimossi da Grace, che sfoggia un sorriso costante e un’inesauribile capacità di apparire indenne da quello scandalo.

 

Era sicuramente tra i titoli più attesi del concorso principale di Cannes, visto il calibro di regista e attrici protagoniste. Invece “May December” di Todd Haynes, con Natalie Portman e Julianne Moore, si è rivelato criptico per non dire confuso, tutt’altro che entusiasmante.

Alla fine, pur cercando di risultare positivi nei loro commenti, anche gli esimi colleghi hanno riservato al film parole come “volutamente fumoso”, “dispersivo”, “elegante gioco di specchi”, che dal mio modesto punto di vista dicono molto di quanto il film trasmetta soprattutto un senso di incompiutezza e di inutile attesa.

Natalie Portman e soprattutto Julianne Moore sono brave a dare sostanza e profondità ai rispettivi personaggi, che dalla sceneggiatura non avevano avuto poi grande spessore.

Charles Melton nel ruolo di Joe, prigioniero di una relazione che si dimostra via via sempre più soffocante, imprigionato in questa sorta di bolla e poi “conteso” dalle due donne nemmeno fosse un trofeo, a mio parere ruba loro la scena.

Un film sui desideri, sui sogni e sull’amore che, nonostante i grandi nomi coinvolti, lascia poco o niente del suo passaggio. Sulla Croisette, e soprattutto nell’animo di chi guarda.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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