“Napoleon”: amori e guerre di Bonaparte in un kolossal audace

Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby non danno particolare spessore al film di Ridley Scott

Un film di Ridley Scott. Con Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Rupert Everett, Mark Bonnar. Drammatico, 158′. USA, Gran Bretagna 2023

A partire dalla Rivoluzione francese del 1789, Napoleon segue la parabola dell’ascesa al potere supremo di Napoleone Bonaparte da sconosciuto militare, capitano d’artiglieria, a Imperatore. Oltre alle armi, alle battaglie e alle strategie politiche, il film racconta da vicino la burrascosa storia d’amore di Napoleone con Giuseppina.

 

Non era ancora arrivato in sala, e già nei mesi scorsi “Napoleon” di Ridley Scott suscitava nel pubblico sentimenti contrastanti e si attirava le critiche degli storici. Una sorte comune a molti colossal in costume, bisogna dirlo.

Dopo le speculazioni sono arrivate le anteprime stampa autunnali, e allora i giornalisti si sono buttati nella caccia spasmodica all’errore/orrore commesso dal regista americano. Personalmente non mi sento di addentrarmi in questo terreno insidioso, e non penso nemmeno che sia il mio compito farlo.

Ridley Scott, basandosi sulla sceneggiatura di David Scarpa, porta sullo schermo la propria lettura e interpretazione della figura di Napoleone. E ci tengo a sottolineare la parola “propria”. La premessa è necessaria, perché le cose sono due: o vi sedete in sala consapevoli che questa è una rilettura atipica del personaggio, oppure evitate proprio di vederla!

“Napoleon” è costruito interamente su due linee narrative: l’appassionata e travagliata storia d’amore tra il generale corso e la prima moglie, Giuseppina di Beauharnais, e la sua carriera militare. Questi due macro-temi, per quanto non esaustivi, sarebbero stati sufficienti per costruire un film, se solo fossero stati sviluppati a dovere.

Purtroppo l’amore totale per Giuseppina e il genio militare di Napoleone sono sviluppati alla stregua di un feuilleton o se preferite di un romanzo di cappa e spada, non come ci si aspetterebbe per la vita di un uomo divenuto leggenda.

Quello che del film colpisce sono le ricostruzioni di ambienti e costumi e soprattutto delle epiche battaglie dell’era napoleonica: dall’assedio di Tolone, città francese sotto il controllo britannico, alla battaglia di Austerlitz, il più grande successo militare di Napoleone; dalla campagna di Russia alla disfatta di Waterloo.

I passaggi politici e diplomatici che precedono e seguono le battaglie, invece, sono brevi, abbozzati, vengono liquidati senza inserirli in una cornice temporale che permetta allo spettatore medio di comprendere a pieno il periodo storico.

Poco convincenti anche i protagonisti. Il premio Oscar Joaquin Phoenix dal mio punto di vista non ha centrato l’obiettivo, sminuendo e a tratti persino banalizzando questa figura storica grandiosa quanto scomoda. Il suo Napoleone trasmette poco, e risulta quasi monocorde.

La stessa Vanessa Kirby, elogiata da gran parte della critica come l’elemento più positivo del film, mi è sembrata poco credibile e mai davvero in sintonia col personaggio.

Insomma, con “Napoleon” Ridley Scott ha calcato un po’ troppo la mano sulla rilettura personale, lasciando lungo la strada vuoti strutturali e perplessità drammaturgiche. Al netto delle criticità, però, questa può essere l’occasione giusta per approfondire il personaggio di Napoleone, che tanto ha influenzato con la sua vita la società moderna. E che di certo dimostra di aver superato la prova del tempo. Indipendentemente dalla riuscita dei film incentrati su di lui. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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