“Parthenope”: la Napoli di Paolo Sorrentino, bella e perduta

L’esordiente Celeste Dalla Porta brilla in un film che si presta a diversi livelli di lettura

Un film di Paolo Sorrentino. Con Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Peppe Lanzetta. Drammatico, 136′. Italia, Francia 2023

Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Armando, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, “vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate”. E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che Sorrentino affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Armando con loro, “sono stati bellissimi e infelici”.

 

“Per me, Parthenope è, prima di tutto, un film sul sacro”, dice Paolo Sorrentino del suo ultimo lavoro, unico titolo italiano in concorso al Festival di Cannes. Dal 1950 ai giorni nostri, il regista premio Oscar compone la parabola di vita di una donna dalla bellezza straordinaria che incarna simbolicamente la Napoli da lui tanto amata.

Dopo “La grande bellezza” (2013), elegia di una Roma osservata con sguardo disincantato, e dopo aver raccontato la sua giovinezza e i suoi esordi nel cinema in “È stata la mano di Dio” (2021), con “Parthenope” Sorrentino si dedica a un omaggio molto personale alla sua città natale.

Il film riporta sul grande schermo il Sorrentino esteta e amante delle immagini simboliche, a volte difficili da decifrare. Al centro della storia domina come protagonista incontrastata il personaggio di Parthenope, interpretata dall’esordiente Celeste Dalla Porta. Insieme a lei un cast di grande prestigio, composto da Gary Holdman, Stefania Sandrelli, Isabella Ferrari, Silvio Orlando, Luisa Ranieri e molti altri.

Il film è il racconto della vita di una donna che con il suo fascino e la sua enigmatica bellezza è in grado di conquistare chiunque, ma che si porta dentro un dolore difficile da afferrare persino per lei stessa. Sorrentino la osserva e la segue in ogni dettaglio, tanto nel suo aspetto, nelle sue movenze e nel suo modo di parlare quanto nelle sue scelte di vita, che non sempre risultano chiare e coerenti.

Parthenope è una donna che ama o piuttosto si lascia incantare dalla vita, dal mondo e dalle persone che la circondano e al tempo stesso è colei che incanta chiunque le sta vicino. Si concede con facilità, ma il suo amore vero resta riservato a pochi. A tutti, spettatori compresi, è concesso di ammirarne la bellezza, che il regista mostra a più riprese e in diverse situazioni con grande generosità e fantasia.

Napoli è così incarnata da una fanciulla enigmatica, intelligente, bellissima, ma incomprensibile nel suo profondo. È la Napoli vista con gli occhi di Sorrentino, splendida, brillante, che esulta, fa innamorare di sé, ma nasconde anche un lato più degradato e oscuro, ributtante e al tempo stesso affascinante. Una Napoli che nasce dal mare, palpita nella sua gente, si mostra senza veli e senza vergogna, ma che cerca anche di fuggire da se stessa e dalla decadenza effimera che si porta dentro.

Come molte delle opere di Sorrentino, “Parthenope” è un film dai diversi livelli di comprensione. Sul piano estetico si profonde in un’architettura delle immagini e della storia eccentrica, complessa e sempre attratta dall’eccesso. Il racconto si dipana in eventi e circostanze slegati tra loro a cui sarebbe possibile dare numerose e diverse letture, ma il cui senso resta in definitiva oscuro, messo in secondo piano da un gusto sofisticato e da una ricerca quasi ossessiva di una forma visiva a volte raffinata, a volte grottesca.

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Vania Amitrano
Laureata in lettere. Giornalista appassionata di arte, letteratura e soprattutto cinema.

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