“Restiamo amici”: un film con un buon cast, e una sceneggiatura banale

Michele Riondino, Alessandro Roja e Violante Placido sprecati, in una storia con pochissimo mordente

Un film di Antonello Grimaldi. Con Michele Riondino, Alessandro Roja, Violante Placido, Sveva Alviti, Mirko Trovato. Commedia, 87′. Italia 2019

Alessandro, giovane vedovo con figlio a carico, viene improvvisamente contattato, dal Brasile, dal suo vecchio amico Gigi. In punto di morte, l’uomo ha un ultimo favore da chiedergli: per ereditare i tre milioni di euro che gli ha lasciato suo padre deve intestarli a suo figlio. Ma Gigi non ha eredi, e chiede perciò ad Alessandro di “prestargli” suo figliogiusto il tempo di organizzare la truffa con un notaio. In cambio, naturalmente, ad Alessandro andrebbe una parte di eredità. Ma le cose prendono presto una piega inaspettata.

 

Il fulcro della commedia “Restiamo amici” di Antonello Grimaldi è Alessandro, attorno a cui ruotano gli altri personaggi – il figlio, gli amici, l’amata. In realtà, però, sono proprio le azioni di questi personaggi “secondari” il vero motore della storia, perché Alessandro resta sempre estremamente passivo, anche quando è coinvolto nell’avventura più grande della sua vita.

Un gioco a incastri, di inganni, piani e sotterfugi, è sempre interessante da seguire e analizzare, e dovrebbe coinvolgere. Ma quando si sentono le forzature della sceneggiatura, come in questo caso, lo spettatore tende a storcere il naso e a restare deluso.

Di cosa parla, “Restiamo amici”? Ma soprattutto: qual è il suo sottotesto, il messaggio nascosto – se ce n’è uno? Il focus sul tema dell’amicizia risulta poco riuscito, troppo preponderante il richiamo alla corsa all’oro e il personaggio di Alessandro.

Nonostante la sceneggiatura piuttosto inconsistente – ancor più sorprendente, se si pensa che il film è tratto dal romanzo omonimo di Bruno Burbi -, il cast convince. Alessandro Roja, Michele Riondino, Violante Placido e gli altri, insieme, funzionano. Ma sono le uniche note liete, purtroppo.

Tirando le somme, possiamo dire che, in questo caso, il vecchio detto chi trova un amico trova un tesoro non è più valido. Sarebbe meglio dire: chi trova un amico perde un tesoro

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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