“Christian”: la nuova serie Sky, cupa, dissacrante, tutta da vedere

Edoardo Pesce e Claudio Santamaria in una storia crime-supernatural dai risvolti religiosi

Una serie diretta da Stefano Lodovichi, Roberto Saku Cinardi. Con Edoardo Pesce, Silvia D’Amico, Giordano De Plano, Claudio Santamaria, Lina Sastri, Francesco Colella. Crime, drammatico, sovrannaturale. Italia 2022

 

Liberamente ispirata a “Stigmate”, la graphic novel di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti, “Christian”, la serie in 6 episodi diretti da Stefano Lodovichi e Roberto Saku Cinardi, debutta questa sera, 28 gennaio, su Sky Atlantic e in streaming su NOW.

Edoardo Pesce interpreta lo scagnozzo quarantenne di un boss nella Roma di periferia, che si guadagna da vivere facendo l’unica cosa che sa fare bene: menare. Fino a quando non gli compaiono sulle mani quelle che sembrano a tutti gli effetti delle stimmate, le ferite dei santi, grazie alle quali inizia a compiere miracoli.

Supernatural crime con protagonista un (anti)eroe di strada tutt’altro che avvezzo ai poteri che in qualche strano modo ha ricevuto, “Christian” unisce il racconto realistico del mondo in cui viviamo a una caratterizzazione fumettistica dei personaggi. A questo si aggiunge una connotazione religiosa del tutto, inevitabile, visto l’argomento trattato.

Christian si muove all’interno della gigantesca “Città-Palazzo”, un vero e proprio microcosmo autosufficiente, con la sua piazza, la sua chiesa e le sue regole, dettate dal boss di zona, Lino (De Plano). 

In questo mondo “altro” – che però altro, a ben vedere, non è – si muovono altre figure importanti per lo sviluppo del protagonista: la madre Italia (Sastri), da molti anni malata di Alzheimer di cui lui si occupa; Rachele (D’Amico), vicina di casa tossicodipendente, convinta che Christian possa cambiare vita; Tomei (Colella), disilluso medico clandestino del quartiere.

E poi c’è Matteo (Santamaria), postulatore del Vaticano dai metodi poco ortodossi. Miracolato da bambino, ha dedicato la vita a Dio ma dolori e disillusioni lo hanno portato ad allontanarsi dalla fede. In Christian vede il peggiore degli impostori, ma la verità che scopre indagando potrebbe dare un nuovo senso a tutta la sua vita…

Con un tono estremamente cupo ma a tratti anche dissacrante, mescolando commedia all’italiana e crime internazionale con alcuni elementi che ricordano “Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Christian” porta il pubblico a immergersi completamente nel suo mondo. Una bella serie, che è difficile smettere di guardare.

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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