“Caterina”: recensione del romanzo di Susan Hastings edito da Piemme

La prima parte della storia della futura zarina, passata alla storia con l'appellativo di "grande"

Per un’amante dei romanzi storici come la sottoscritta è naturale volgersi, prima o dopo, verso la Russia. Il regno degli zar, trasformato in impero con l’avvento di Pietro I il Grande nel 1721, offre infatti spunti e personaggi intriganti a non finire – anzi, penso di saperne ancora poco, a riguardo!

Dopo “Zarina” di Ellen Alpsten (qui la mia recensione) che racconta la parabola drammatica e trionfale di Caterina I, la serva che divenne imperatrice, eccoci a un’altra Caterina, la zarina che regnò in Russia per oltre trent’anni meritandosi l’appellativo di “grande”, protagonista del romanzo omonimo di Susan Hastings, edito da Piemme – a cui segue “L’imperatrice illuminata“. 

Molte cose si sono dette di Caterina II di Russia, che regnò in pieno Settecento sul trono più sanguinario, glorioso, leggendario d’Europa. La sua storia comincia in un principato periferico e oscuro dell’impero prussiano: il suo nome è Sofia, figlia di un generale e nobile di basso lignaggio.

Quando la zarina Elisabetta I cerca una degna sposa per Pietro III, nipote di Pietro il Grande e quindi erede al trono, sceglie la Prussia come territorio d’elezione, per legare l’impero di Russia all’altro grande trono europeo. E la scelta cade sulla brillante, vivace e intelligente Sofia, che presto cambia il suo nome in Caterina.

Ma la vita accanto a Pietro non sarà così felice, e la giovane donna troverà conforto tra le braccia di uomini affascinanti che frequentano la corte e che avranno un ruolo importante non solo nella sua vita sentimentale ma anche nella sua formazione politica.

Il romanzo di Susan Hastings dipinge con precisione e dovizia di particolari la vita alla corte di Elisabetta I e in generale quella nella Russia del Settecento, un Paese vastissimo e dal clima molto spesso ostile. Le descrizioni non sono comunque eccessive o ridondanti; la lettura è sempre scorrevole e piacevole – nonostante in alcuni passaggi la storia sia un po’ ripetitiva.

Della protagonista Caterina si inizia a parlare dalle “origini”, quando è solo una bambina in un piccolo principato prussiano e ancora porta il nome di Sofia. Il racconto dell’infanzia della futura zarina è coinvolgente, a tratti persino toccante. La solitudine a cui è condannata da una madre che poco si interessa di lei, e che anzi mostra spesso apertamente di disprezzarla, il forte legame con la governante, i problemi di salute e la sua voglia di vivere, emergono con forza dalla pagina.

Scelta da Elisabetta I come consorte per il futuro zar Pietro III, la giovane parte alla volta della Russia con la madre. E qui si avvicina a un mondo fino a quel momento sconosciuto, che la avvolge ma non la travolge. I giochi di potere e le macchinazioni che serpeggiano a corte emergono bene, così come la ferrea volontà della granduchessa di imporsi per le buone maniere e la gentilezza, nonostante dentro di lei arda più di un fuoco, e le difficoltà della vita coniugale (il consorte Pietro esce veramente malissimo, da questo romanzo!). 

Quello che invece mi ha lasciata più fredda sono, paradossalmente, proprio le passioni di Caterina. Il suo passare da un amante all’altro rimane sempre un po’ distante. Forse perché talvolta non viene nemmeno raccontato nello specifico come si svolge il “corteggiamento” o comunque il primo incontro tra lei e il favorito – come nel caso di Grigorij Orlov – si ha la sensazione che sia tutto piuttosto lontano da noi.

Ma magari Susan Hastings voleva proprio trasmetterci questa sensazione… non indugiare troppo sulla sfera sentimentale e concentrarsi su tutto il resto. Sulla storia – straordinaria anche se la guardiamo dalla nostra prospettiva moderna, figurarsi se si pensa all’epoca storica – di una principessa tedesca capace di “diventare” russa, di farsi amare dal popolo e poi – come vedremo nel secondo romanzo – di conquistare per sé il tanto ambito trono degli zar. Quando si dice una grande donna.

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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