“Jurassic World – Il regno distrutto”: quando i dinosauri incontrano l’horror

J.A. Bayona raccoglie alla grande l'eredità di Colin Trevorrow gestendo il film secondo la sua sensibilità

Un film di J.A. Bayona. Con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Rafe Spall, Justice Smith, Daniella Pineda. Azione, 128′. USA, Spagna 2018

Tre anni dopo la chiusura del parco Jurassic World, sull’isola Nublar i dinosauri vivono liberamente, ma ora sono minacciati da un’incombente eruzione del monte Sibo. Claire Dearing, passata da direttrice del parco a tema a fondatrice del Dinosaur Protection Group, recluta Owen Grady, l’addestratore di dinosauri, per compiere una missione di salvataggio. Il piano è di evacuare gli enormi animali dall’isola ma per Owen sarà anche l’occasione per cercare di ritrovare Blue, il raptor cui è particolarmente legato.

 

Collegandosi a quanto visto nel film del 2015, “Jurassic World – Il regno distrutto” di J.A. Bayona ci riporta su Isla Nublar, tre anni dopo il disastro al parco causato dagli esperimenti di manipolazione genetica.

I dinosauri vivono allo stato brado sull’isola sudamericana, ma un’eruzione imminente del vulcano minaccia la loro esistenza. Claire Dearing (Dallas Howard) è disposta a tutto per salvarli e quindi convince l’ex fidanzato e paleontologo Owen (Pratt) a una pericolossisima missione di salvataggio.

Uno degli aspetti più riusciti del film è quello di combinare l’azione e i dinosauri con elementi da horror gotico. Una parte della storia si svolge infatti nella villa di Lockwood, una vecchia casa in legno piena di spifferi, con terrazze, serre, laboratori sotterranei, corridoi labirintici, montacarichi (molto utile per nascondersi) e una sala espositiva che richiamano le atmosfere tipiche dei film dell’orrore.

Nell’anno in cui Jurassic Park compie 25 anni, Bayona riesce nel difficile compito di creare qualcosa che sembra quasi nuovo trovando un suo stile e mettendo in mostra un talento per l’action che non avevamo ancora visto nei suoi lavori precedenti.

Per la prima volta da quando Spielberg ha lasciato il franchise, c’è un genuino senso di terrore reintrodotto dal regista di “The Orphanage” e “A Monster Calls”. Il suo occhio interessato alle ombre e l’amore per un ritmo più lento aiutano a creare suspense e ad abbracciare pienamente la sua sensibilità.

In un film in cui a farla da padrone sono gli animali, viene fuori che, in realtà, le creature più crudeli e violente sono proprio gli umani. E questa non è una novità.

“Jurassic World – Il regno distrutto” termina con una nota aggraziata, facendo in modo che le cose finiscano bene per quello che promette di essere un sequel ancora più apocalittico.

 

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