“Love means zero”: la storia della leggenda vivente Nik Bollettieri

A ottantasei anni, l’allenatore di tennis più famoso del mondo si racconta nel docufilm di Jason Kohn

di Pasquale De Carlo

 

Un film di Jason Kohn. Con Nick Bollettieri, Carling Bassett, Boris Becker, Martin Blackman, Jim Courier. Documentario, 90’. USA, 2017

All’età di ottantasei anni, il famoso allenatore di tennis Nick Bollettieri è una leggenda vivente. Nella sua scuola in Florida ha cresciuto generazioni di campioni: Courier, Seles, Agassi e molti altri. Nessun altro coach ha raggiunto il suo successo, la sua influenza o la sua fama. Tanta grandezza, però, ha avuto un prezzo. Otto matrimoni, un dissesto finanziario e la drammatica rottura con il figlio putativo e amato studente Andre Agassi. Lo stesso Agassi, nel suo libro “Open”, parla ampiamente del loro rapporto problematico e complesso di amore e odio.

 

In una delle puntate della serie anime giapponese “L’uomo tigre”, tratto dal manga scritto da Ikki Kajiwara, Naoto Date racconta il percorso travagliato che ha attraversato per diventare un campione della lotta libera. In particolare si sofferma sulle durissime sedute d’allenamento impartite nella palestra della famigerata “Tana delle tigri”, in cui era costretto a combattere contro grandi felini e a nuotare nelle piscine di catrame.

Nel tennis, il luogo che per forma mentis si avvicina di più alla famigerata palestra di Naoto Date è stata la IMG Academy di Nik Bollettieri, che, tra la fine degli anni settanta e l’inizio dei duemila, ha accolto migliaia di giovani promesse dello sport, dando loro vitto, alloggio e istruzione e allenandoli strenuamente. Quell’accademia ha formato tennisti del calibro di Maria Sharapova, Anna Kournikova, Jim Courier, Monica Seles e, ovviamente, Andre Agassi.

Jason Kohn ha raccontato in un documentario la storia del fondatore della IMG Academy, il controverso Nik Bollettieri, riuscendo in parte a smascherarlo dal suo abituale costume da italo americano duro e insensibile.

Il docu-fim raccoglie frammenti video delle dure sedute di allenamento che si tenevano sui campi, le testimonianze degli addetti ai lavori e soprattutto mette a confronto i racconti dei grandi campioni che sono cresciuti sotto l’ala protettrice di Bollettieri.

Una fotografia brillante, unita a immagini di repertorio che hanno valenza di cimeli sportivi, impreziosisce un documentario dinamico e appassionante, che esplora le contraddizioni di un personaggio dalla spessa corazza.

La pellicola si sofferma in particolare sul rapporto fra l’allenatore e il suo più grande allievo, il “Kid di Las Vegas” Andre Agassi, che ha protetto come un figlio, quando, all’inizio degli anni novanta, sembrava solo una rockstar con la voglia di fare casino, per poi scaricarlo malamente dopo la vittoria a Wimbledon nel 1992.

Immagine di repertorio con Nik Bollettieri e il suo allievo più grande, Andre Agassi. 

Da qui la sofferenza di un figlio putativo che si è sentito tradito dal suo secondo padre e la lacerazione di un rapporto che ancora oggi fa male a entrambi. Bollettieri, che quando viene stimolato dal regista a commentare i suoi comportamenti discutibili, risponde imperturbabile che lui non sarebbe mai arrivato così in alto se si fosse fermato a pensare a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di fronte alle domande su Agassi si commuove e ammette tutti i suoi errori.

Si tratta di un documentario importante per qualsiasi appassionato di tennis, perché racconta uno dei personaggi più influenti degli ultimi quarant’anni e riesuma frammenti di partite storiche, come quelle fra Agassi e Courier nella finale dei French Open del 1991, o la semifinale fra Boris Becker e il “Kid di Las Vegas” a Wimbledon nel 1995.

Da vedere assolutamente.

 

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