“Mogul Mowgli”: quando la musica non è solo passione ma vita

L'opera seconda di Bassam Tariq, presentata in anteprima a Londra, racconta la storia del rapper Zad

Un film di Bassam Tariq. Con Riz Ahmed, Aiysha Hart, Nabhaan Rizwan, Kiran Sonia Sawar, Anjana Vasan. Drammatico, 79′. Regno Unito, USA 2020

Zed, un giovane rapper britannico, sta per iniziare il suo primo tour mondiale, quando viene colpito da una grave malattia ed è costretto a tornare con la sua famiglia. Cerca così di ritrovar se stesso tra la sua carriera musicale internazionale e le tradizioni della famiglia pakistana.

 

Presentato in super anteprima al BFI London Film Festival, “Mughal Mowgli” è la storia di Zed (Ahmed), un giovane rapper anglo-pakistano che vive a New York. Alla vigilia del suo primo tour, scopre di avere una grave malattia ed è costretto a rivolgersi alla sua famiglia, a Londra.

La musica scorre nelle vene del talentuoso Zed, le parole escono dalla sua bocca come un flusso e lui non può fermarle. Questa capacità sembra quasi viscerale e viene presentata fin dalle prime scene del film come fondamentale per lui. Anche davanti alla malattia, quello che sembra preoccupare di più Zen è non deludere i fan, cancellando il suo tour.

Lo spettatore medio potrebbe avere qualche difficoltò a comprendere il suo atteggiamento. Per riuscirci bisogna cercare di immedesimiamo in una persona per cui la musica coincide con la vita.

Opera seconda del regista Bassam Tariq, “Mogul Mowgli” è un inno alle passioni. Un film girato in 4:3, con una fotografia minimale e una sceneggiatura esigua, non troppo originale. Ad elevarlo, però, ci pensano gli attori e il buon connubio tra parole e musica.

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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