“Raymond & Ray”: un ibrido convincente tra dramma e commedia

Ewan McGregor ed Ethan Hawke coppia inedita e vincente, nel film Apple di Rodrigo García

Un film di Rodrigo García. Con Ewan McGregor, Ethan Hawke, Sophie Okonedo, Tom Bower, Maribel Verdú. Drammatico, 100′. USA 2022

Raymond e Ray sono cresciuti all’ombra di un padre che non sapeva fare il padre. Le loro madri (diverse) sono solo alcune delle donne che Harris ha sposato e bistrattato. Adesso che è morto, i due fratelli non vedrebbero l’ora di lasciarselo definitivamente alle spalle, ma la sua ultima volontà è quella che partecipino al funerale e scavino loro stessi la sua tomba. È solo la prima delle sorprese che il vecchio genitore ha riservato loro, ma non tutto il male vien per nuocere.

 

La morte del proprio padre è generalmente un momento doloroso per un figlio, un momento travagliato, una sorta di rito di passaggio nel percorso verso la maturità.

Ma se il padre in questione in vita si fosse comportato da vero mostro, dimostrandosi violento, anaffettivo, spregevole un figlio avrebbe il diritto di non presenziare al funerale oppure di essere persino sollevato di fronte alla notizia della sua dipartita?

“Raymond & Ray” di Rodrigo García, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma e disponibile dal 21 ottobre in streaming su AppleTV+, si candida con buone chance alla vittoria finale e, aggiungo io, anche per la prossima stagione dei premi.

Il film affronta con intelligenza, cinismo e con la giusta dose di ironia il tormentato quanto universale tema del rapporto tra padre e figlio – o figli, perché in questo caso i fratellastri sono due, magistralmente interpretati da Ewan Mc Gregor ed Ethan Hawke.

Gli attori formano un’inedita coppia che si rivela, fin dalla prima scena, assolutamente perfetta, armoniosa, funzionale e complementare. Promosso a pieni voti anche il resto del cast, con una menzione d’onore alla spumeggiante Maribel Verdú nel ruolo di Lucia.

Rodrigo García firma una sceneggiatura sincera, intensa, puntuale, scevra da buonismi di maniera e prevedibili assoluzioni. Una sceneggiatura che va dritto al sodo, con la sua linea di racconto drammatica e autentica ma senza eccessi.

“Raymond & Ray” parla di dolore, rabbia, delusione e traumi infantili ma lo fa con un tono e un ritmo quasi da commedia, piacevole per lo spettatore, e in questo sta la bravura del regista.

Un dramma familiare in cui non mancano sorprese e colpi di scena anche divertenti, ma che comunque non devia mai dalla sua mission narrativa e personale, ovvero sbugiardare il detto secondo cui “la morte cancella ogni rancore”. Perché le cicatrici e i traumi causati, consapevolmente o meno, da un genitore non sbiadiscono mai.

“Raymond & Ray” forse perde qualcosa nel finale, allungato e poco in linea con la tensione narrativa espressa in precedenza, ma offre sicuramente una diversa ed efficace prospettiva filiale sull’imperfezione di un padre. Assolutamente consigliato.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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